L’aumento di contagi da coronavirus nel mondo continua a preoccupare e alcuni Paesi sono pronti a misure ancor più restrittive per limitare l’impatto della pandemia. Dalla Francia al Regno Unito, da Israele (che ha già avviato un secondo lockdown) al Brasile, sono pesanti le conseguenze dell’aumento esponenziale delle persone colpite dal Covid-19, tanto da convincere i rispettivi governi a prendere decisioni drastiche per evitare che si torni ai livelli della primavera.
Ad essere maggiormente colpita dalle polemiche è la Francia, che nelle ultime ventiquattr’ore ha registrato un incremento record di 16.096 casi, secondo quanto riportato dal governo. Un numero che rappresenta un triste ‘record’ nel contesto della cosiddetta seconda ondata. Incremento preoccupante anche nelle terapie intensive: sono 46 le persone in più costrette alle cure in rianimazione, per un totale di 1.048. E aumenta, purtroppo, anche il numero delle vittime: sono 52 nella sola giornata di giovedì, per un totale di 31.511 decessi.
Non è un caso, quindi, che il premier francese Jean Castex stia valutando un nuovo lockdown. “Non si gioca con un’epidemia – ha detto a France 2 -. Se non agiamo, potremmo trovarci in una situazione vicina a quella primaverile. E questo potrebbe significare un riconfinamento, se la situazione dovesse aggravarsi ancora”.
È pesante l’incremento dei contagi anche in Regno Unito: il dato totale arriva a sfiorare quota 419mila con l’incremento di 6.634 unità riscontrato nelle ultime ventiquatt’ore. In aumento anche i morti, 40 in più rispetto al dato del giorno precedente (41.991 i decessi totali). Anche qui i britannici chiedono a gran voce ulteriori provvedimenti da parte del premier Boris Johnson, da affiancare alle nuove restrizioni decise negli ultimi giorni.
Israele, invece, ha avviato proprio nella giornata di giovedì il nuovo lockdown: il premier Benjamin Netanyahu spera così di veder diminuire l’incremento dei casi, oltre 7.500 solo ieri su 60mila test effettuati (oltre il 12%). La chiusura totale, osteggiata da molti ma inevitabile secondo il primo ministro, terminerà l’11 ottobre.
Non va purtroppo meglio nel resto del mondo: sono quasi 7 milioni i contagi totali negli Stati Uniti, oltre 5 milioni e 800mila in India, più di 4 milioni e mezzo in Brasile. E proprio la gravità della situazione nel Paese sudamericano ha portato a una decisione storica: l’edizione 2021 del Carnevale di Rio de Janeiro, istituzione simbolo del Brasile, è stata rinviata sine die per la prima volta dal 1912 (allora fu il lutto nazionale per la morte del ministro degli Esteri José Paranhos, Barone di Rio Branco, a portare al rinvio dell’evento).
“Il Carnevale deve essere rimandato – ha confermato ai media locali Jorge Castanheira, presidente della Lega Indipendente delle Scuole di Samba di Rio de Janeiro -. Non possiamo farlo a febbraio. Le scuole di samba non avrebbero il tempo né le risorse finanziarie per essere pronte per quella data”.
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