Coronavirus, nuove restrizioni in Israele, Regno Unito e Francia

Per affrontare l’emergenza coronavirus, il governo Israeliano ha deciso di inasprire ulteriormente il secondo lockdown. Le nuove regole entreranno in vigore da domani, venerdì 25 settembre, e resteranno attive fino all’11 ottobre, quando termineranno le feste ebraiche. I provvedimenti prevedono, tra le altre cose, la chiusura dei servizi non essenziali e il blocco delle manifestazioni al di là di un chilometro dalla propria abitazione, a cui potrà prendere parte un massimo di 20 persone. Le sinagoghe resteranno in funzione, ma solo per le cerimonie di Yom Kippur. Sono previsti degli interventi anche per il settore aereo.

La decisione del governo israeliano

L’obiettivo è ridurre il tasso di infezione e salvare molte vite in Israele”, ha spiegato Benjamin Netanyahu, il Primo ministro israeliano, nel video in cui ha annunciato il rafforzamento del lockdown. Per il governo non è stata una decisione semplice da prendere. Durante l’incontro tra i ministri del Gabinetto sono emerse profonde divergenze su come gestire la lotta al coronavirus. A far discutere sono state soprattutto la chiusura dei luoghi di culto e le restrizioni sulle manifestazioni. Stando a quanto comunicato dai media israeliani, lo stesso Ronni Gamzu, il Commissario nazionale per la lotta al coronavirus, avrebbe proposto interventi più leggeri a quelli poi decisi dall’esecutivo, temendo le possibili ripercussioni sull’economia del Paese. L’approvazione dei nuovi interventi è nelle mani del Knesset, il parlamento monocamerale di Israele.

Le restrizioni introdotte in Israele

Le prime informazioni disponibili indicano che dopo il rafforzamento del lockdown resteranno aperti solo gli esercizi commerciali fondamentali, come i supermercati e le farmacie. Anche alcune industrie essenziali potranno portare avanti le loro attività. Le sinagoghe chiuderanno a partite da venerdì, ma in occasione dello Yom Kippur potranno riaprire a un numero limitato di persone. L’aeroporto Ben Gurion resterà chiuso ai voli in partenza fino alla fine delle festività. Infine, i ristoranti resteranno aperti solo per le consegne a domicilio.

Nel Regno Unito sono entrate in vigore le nuove misure

Nel Regno Unito sono entrate in vigore delle nuove misure, che riguardano soprattutto i lavoratori. Come annunciato dal primo ministro Boris Johnson, fino a nuovo ordine i pub, i bar e i ristoranti possono offrire solo il servizio al tavolo e devono chiudere entro le 22:00. Tutti i negozianti devono rispettare l’obbligo di indossare la mascherina e invitare i loro clienti a fare lo stesso. Anche tassisti, albergatori e ristoratori devono adeguarsi alla nuova regola. I trasgressori possono essere puniti con una multa fino a 200 sterline. Ai matrimoni possono partecipare solo 15 persone e ai funerali 30. La “regola del sei” è stata estesa alle squadre di sport indoor. Infine, tutti i lavoratori che ne hanno la possibilità devono svolgere la propria attività via smart working.

Il Regno Unito non esclude un secondo lockdown

Se l’introduzione delle nuove restrizioni dovesse rivelarsi poco efficace a rallentare la diffusione del coronavirus, il Regno Unito potrebbe andare incontro a un secondo lockdown prima di Natale. Lo ha annunciato Dominic Raab, il ministro degli Esteri inglese. Solo nelle ultime 24 ore nel Paese si sono verificati 5.000 nuovi contagi.

Nuove misure anti coronavirus anche in Francia

In Francia, dove metà Paese è stato decretato “zona rossa”, oltre 10mila persone sono state contagiate dal coronavirus nelle ultime ore. Per far fronte alla situazione, il governo ha stabilito che da lunedì tutti bar e i ristoranti osserveranno una chiusura totale a Marsiglia e Aix en Provence, nel sud della Francia, e a Guadalupe. Olivier Véran, il ministro della Salute, ha spiegato che si tratta di aree “in allerta massima” nel panorama francese. Il numero dei partecipanti agli eventi pubblici è stato tagliato da 5.000 a 1.000. Nuove misure anche a Parig, dove i bar e i ristoranti dovranno chiudere alle 22 e sono vietati gli assembramenti di oltre 10 persone. “Non pensiamo a nuove chiusure generali”, ha rassicurato Véran.

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