La scelta del ministero della Salute italiano di imporre un tampone Covid obbligatorio per tutti i viaggiatori provenienti dalla Cina ha diviso l’opinione pubblica, portando varie persone a definirla eccessiva e discriminatoria. Sulla questione si è espresso anche il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), che ha definito “ingiustificato” lo screening di chi arriva dal Paese asiatico. “I Paesi dell’Ue hanno livelli relativamente alti di immunizzazione e vaccinazione”, hanno spiegato gli esperti, per poi aggiungere che “le varianti che circolano in Cina sono già presenti nell’Ue. La misura di screening, dunque, non è necessaria a livello dell’Unione Europea nel suo complesso”.
La Cina difende la trasparenza dei dati sul Covid
Alcuni media cinesi hanno definito “discriminatori” i tamponi effettuati sui viaggiatori provenienti dalla Cina in India, Stati Uniti, Corea del Sud, Giappone e Taiwan. “La vera intenzione è sabotare i tre anni di sforzi cinesi per controllare il Covid-19”, si legge in un articolo del Global Times. Jiao Yahui, la direttrice dell’Ufficio dell’Amministrazione medica della Commissione sanitaria nazionale, ha difeso la trasparenza della Cina sulle “informazioni sul Covid-19”, comprese quelle sul “numero dei morti” causati da Sars-CoV-2 nel Paese.
Jiao ha poi precisato che i criteri relativi ai decessi per coronavirus si dividono in due categorie a livello globale: alcuni Paesi contano solo i casi di persone che sono risultate positive al test dell’acido nucleico e sono morte per insufficienza respiratoria indotta dal virus, mentre altri includono tutti i decessi entro 28 giorni dai test positivi al Covid-19. “Ciò significa che il loro conteggio potrebbe includere anche coloro che si sono suicidati o sono morti in incidenti stradali dopo aver contratto il virus”, ha spiegato l’esperta. Ha poi precisato che sin dal 2020 “il criterio di morte per Covid-19 che stiamo adottando in Cina è stato del primo tipo”.