L’Alta corte ha stabilito che Julian Assange può essere estradato negli USA annullando la precedente sentenza all’inizio di quest’anno. Washington ha vinto il ricorso contro una sentenza del tribunale del Regno Unito di gennaio secondo cui non poteva essere estradato a causa di preoccupazioni per la sua salute mentale.
La decisione infligge un duro colpo agli sforzi del co-fondatore di WikiLeaks per impedire la sua estradizione negli USA per affrontare le accuse di spionaggio. Tuttavia la sua fidanzata ha immediatamente affermato che avrebbero fatto ricorso in appello.
Le promesse di Washington che hanno permesso l’estradizione di Assange
I giudici si sono schierati con le autorità statunitensi dopo che è stato presentato un pacchetto di assicurazioni quasi senza precedenti.
I giudici dell’Alta corte hanno descritto le assicurazioni di Washington come “impegni solenni offerti da un governo a un altro. Non c’è motivo per cui questa corte non debba accettare che le assicurazioni abbiano il significato di ciò che dicono. Non ci sono basi per presumere che gli USA non abbiano dato le assicurazioni in buona fede”.
Le assicurazioni fornite da Washington includevano quella che Assange non sarebbe stato soggetto a “misure amministrative speciali” o trattenuto in una struttura di massima sicurezza.
Gli Stati Uniti hanno anche affermato che acconsentiranno a una richiesta di Assange, in caso di condanna, di essere trasferito nella sua nativa Australia per scontare qualsiasi pena. E che riceverà un trattamento clinico e psicologico appropriato durante la custodia sul suolo americano.
Cosa rischia Assange con l’estradizione
Il caso contro Assange si riferisce alla pubblicazione da parte di WikiLeaks di centinaia di migliaia di documenti trapelati sulle guerre in Afghanistan e Iraq, oltre a dispacci diplomatici, nel 2010 e nel 2011.
Julian Assange deve affrontare un’accusa di 18 capi di imputazione da parte del governo americano. Washington lo ha accusato di aver cospirato per violare i database militari statunitensi per acquisire informazioni segrete sensibili relative alle guerre in Afghanistan e Iraq. Poi pubblicate sul sito web di Wikileaks.
Ma i pubblici ministeri statunitensi affermano che le fughe di materiale classificato hanno messo in pericolo vite umane. Motivo per cui gli USA hanno chiesto la sua estradizione dal Regno Unito. L’estradizione è il processo in base al quale un paese può chiedere a un altro di consegnare un sospettato per essere processato.
Se condannato sul suolo americano, Assange rischia una pena fino a 175 anni di carcere, hanno detto i suoi avvocati. Tuttavia, l’amministrazione di Biden ha affermato che la pena potrebbe essere compresa tra i quattro e i sei anni.
L’allarme di Amnesty e Reporters sans frontières: grave minaccia per la libertà di stampa
Rispondendo alla decisione, Stella Moris, la fidanzata di Julian Assange, ha dichiarato: “Faremo appello a questa decisione il prima possibile“.
Descrivendo la sentenza dell’Alta corte come “pericolosa e fuorviante” e un “grave errore giudiziario”.
“Come può essere giusto, come può essere possibile estradare Julian nello stesso Paese che ha complottato per ucciderlo?” ha affermato.
Le ong a sostegno della libertà di stampa hanno prontamente lanciato un allarme dopo la decisione della corte. Con Amnesty International che ha descritto la sentenza come una “parodia della giustizia”.
Nils Muižnieks, direttore di Amnesty International per l’Europa, ha dichiarato: “Consentendo questo appello, l’Alta corte ha scelto di accettare le assicurazioni diplomatiche profondamente viziate fornite dagli USA che Assange non sarebbe stato tenuto in isolamento in un carcere di massima sicurezza“.
“Se estradato negli USA, Julian Assange potrebbe non solo affrontare un processo con l’accusa ai sensi dell’Espionage Act, ma anche un rischio reale di gravi violazioni dei diritti umani. A causa di condizioni di detenzione che potrebbero equivalere a tortura o altri maltrattamenti. L’incriminazione del governo americano rappresenta una grave minaccia per la libertà di stampa sia negli USA che all’estero“.
Rebecca Vincent, direttrice delle campagne internazionali di Reporters sans frontières e direttore dell’ufficio britannico dell’organizzazione, ha twittato: “Questo è uno sviluppo assolutamente vergognoso che ha implicazioni allarmanti non solo per la salute mentale di Assange, ma anche per il giornalismo e la libertà di stampa in tutto il mondo“.