Coronavirus, a Wuhan cresce la paura di una seconda ondata

Crescono i timori per una ripresa della circolazione del contagio da Coronavirus a Wuhan, laddove tutto è cominciato. La Cina ha riportato ieri 17 nuovi casi: il più alto aumento di contagi al giorno dal 28 aprile scorso, secondo i dati ufficiali. Dei nuovi casi, sette sono cosiddetti importati, ossia viaggiatori da oltreoceano, mentre dieci sono domestici. Altri cinque casi di positività sono stati segnalati proprio a Wuhan, città epicentro della pandemia e dove le misure di lockdown erano state allentate nelle ultime due settimane. L’altro nuovo focolaio individuato, invece, è la città di Shulan, vicino al confine con la Russia.

Oltre a Wuhan, esplode un nuovo focolaio di Coronavirus a Shulan

Il nuovo focolaio nella città cinese vicino al confine russo e una serie di nuovi casi a Wuhan hanno suscitato il timore di una nuova ondata di contagi da Coronavirus in Cina, proprio ora che pian piano si stava iniziando a tornare alla normalità. Solo una settimana fa il Paese aveva designato tutte le regioni cinesi come a “rischio basso o medio”. Domenica 10 maggio la commissione nazionale della Cina ha segnalato 17 nuovi casi, il suo secondo giorno di aumento a due cifre e il numero più alto in quasi 2 settimane. Nella città di Shulan le autorità hanno ordinato quindi la chiusura temporanea di tutti i luoghi pubblici, compresi impianti sportivi, cinema, biblioteche; tutti i residenti devono restare a casa tranne che per motivi di reale necessità. Gli studenti torneranno alla didattica online e i trasporti pubblici sono stati sospesi di nuovo. L’origine della nuova catena di infezioni a Shulan è un mistero, dicono i media locali. Il focolaio sarebbe nato da una donna di 45 anni che non ha viaggiato fuori dalla provincia né ha avuto contatti con persone che tornavano dall’estero o dalle zone più colpite dal virus. Anche a Wuhan sono state disposte nuove restrizioni, dopo l’allentamento del blocco nelle ultime settimane.

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