Ha ammesso che la dichiarazione di legge marziale era stata una risposta alle sue “urgenze come presidente”
Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha recentemente affrontato una crisi politica senza precedenti, culminata in una dichiarazione di legge marziale, successivamente ritirata a seguito della bocciatura da parte del Parlamento. In un discorso trasmesso in televisione, Yoon ha offerto le sue scuse alla nazione per il caos e l’ansia provocati da questa decisione affrettata. La sua dichiarazione, avvenuta martedì sera, rappresenta un momento cruciale nella sua presidenza, sollevando interrogativi non solo sulla sua leadership, ma anche sulla stabilità del governo.
Le scuse del presidente Yoon
Yoon ha ammesso che la dichiarazione di legge marziale era stata una risposta alle sue “urgenze come presidente”, ma ha riconosciuto che le sue azioni avevano causato grande confusione e preoccupazione tra i cittadini. “Mi scuso sinceramente con i cittadini che sono rimasti molto angosciati”, ha dichiarato, enfatizzando che non intende ripetere un simile errore in futuro. La sua promessa di non sottrarsi alle responsabilità legali e politiche ha suscitato una certa reazione, ma non è stata sufficiente a placare le critiche crescenti.
La crisi all’interno del People Power Party
Il suo partito, il People Power Party, si trova in una situazione delicata, con una parte dei suoi membri che si oppone all’impeachment proposto dalle forze di opposizione. Questa situazione ha creato una frattura interna, con il capo del partito, Han Dong-hoon, che ha sollecitato Yoon a dimettersi. “Il normale svolgimento dei doveri del presidente è impossibile nelle attuali circostanze”, ha affermato Han, suggerendo che le dimissioni siano una soluzione inevitabile. Tuttavia, la posizione ufficiale del partito è quella di non sostenere la mozione di impeachment, creando un ulteriore conflitto.
Possibili revisioni costituzionali
Nel contesto di questa crisi, è emersa anche l’idea di considerare una revisione della Costituzione per abbreviare il mandato presidenziale. Questo potrebbe essere visto come un tentativo di garantire un’uscita ordinata per Yoon, evitando così un impeachment traumatico che potrebbe avere conseguenze durature sulla politica sudcoreana. La storia recente di corruzione e scandali, come quello che ha coinvolto l’ex presidente Park Geun-hye, pesa nel dibattito attuale, con molti che temono che la situazione possa ripetersi.
La reazione dell’opposizione alle parole di Yoon
In risposta all’aggravarsi della crisi, Lee Jae-myung, leader dell’opposizione, ha dichiarato di essere “molto deluso” dal discorso di Yoon, sottolineando che i piani per l’impeachment continueranno. “Non c’è modo di risolvere la situazione se non con le dimissioni immediate o con un’uscita anticipata tramite impeachment”, ha affermato Lee, aumentando la pressione su Yoon. Attualmente, il blocco dell’opposizione controlla 192 dei 300 seggi del Parlamento, il che significa che hanno bisogno di attrarre almeno otto voti dissidenti dal People Power Party per ottenere il quorum necessario per procedere con l’impeachment.
Manifestazioni di massa e malcontento popolare
Nel frattempo, la polizia ha avviato un’indagine su Yoon e su altri funzionari per presunti atti di insurrezione. Questo sviluppo ha ulteriormente inasprito l’atmosfera già tesa, e il malcontento popolare si è tradotto in manifestazioni di massa. Venerdì sera, circa 15.000 persone hanno partecipato a una protesta nel distretto di Yeouido a Seoul, chiedendo le dimissioni del presidente. Le temperature gelide non hanno scoraggiato i manifestanti, che hanno persino trascorso la notte all’aperto per far sentire la loro voce. Le bandiere sventolavano mentre le rock band suonavano canzoni di protesta, creando un’atmosfera che rifletteva il desiderio di cambiamento.
Il ruolo della Confederazione coreana dei sindacati
Le manifestazioni sono organizzate non solo da gruppi civici, ma anche dalla Confederazione coreana dei sindacati (Kctu), una delle organizzazioni sindacali più influenti del paese. La Kctu ha annunciato uno sciopero ad oltranza fino a quando Yoon non si dimetterà, segno della determinazione delle forze lavorative a far sentire le proprie istanze. Le adesioni alla manifestazione provengono da diverse città, tra cui Gwangju, Daejeon e Busan, dimostrando che il malcontento è diffuso in tutto il paese.
La fiducia in Yoon è ai minimi storici
L’instabilità politica attuale è accentuata da un sondaggio recente che ha rilevato un sostegno popolare al presidente Yoon al minimo storico del 13%. Questo dato preoccupante evidenzia come la fiducia del pubblico nella leadership di Yoon sia drasticamente diminuita, un elemento che complica ulteriormente la situazione per il suo governo. Le prossime settimane potrebbero rivelarsi decisive per il futuro della presidenza di Yoon, mentre il Parlamento si prepara a votare sulla mozione di impeachment, e il paese continua a vivere in un clima di incertezza e tensione.
Per approfondire: Corea del Sud: cos’è la legge marziale, revocata dopo il voto del Parlamento