Convention democratica USA 2024, Biden: “Ho preservato la democrazia”

La convention democratica è iniziata un comizio di Biden, che ha aperto i lavori invece che chiuderli come avrebbe dovuto fare se non si fosse ritirato

La convention del Partito Democratico statunitense è iniziata lunedì a Chicago con un evento che ha visto come protagonista Joe Biden, il presidente degli Stati Uniti. Sorprendentemente, il discorso di Biden, che inizialmente doveva chiudere l’evento, è stato anticipato alla prima giornata della convention. Questa decisione ha segnato l’inizio di una giornata caratterizzata da alcuni problemi organizzativi: il programma è risultato troppo lungo, costringendo a tagliare diversi interventi, e il discorso di Biden è avvenuto fuori dalla fascia di prima serata.

Convention democratica: ecco che cosa è successo

L’evento si svolge presso lo United Center, il celebre palazzetto dei Chicago Bulls. Durante la giornata, anche Steve Kerr, leggenda dei Bulls e allenatore della nazionale di basket campione olimpica, ha preso la parola. Visivamente, la convention ha mostrato una certa dicotomia: parte delle grafiche riprendevano i colori e il font della campagna di Biden, mentre altre utilizzavano uno stile leggermente diverso, legato al comitato di Kamala Harris, vicepresidente e candidata del partito.

Convention democratica, Biden: "Trump è un perdente e un criminale"
Convention democratica, Biden: “Trump è un perdente e un criminale” – AP Photo/Paul Sancya – Newsby.it

 

Nel suo discorso, Biden ha parlato per 50 minuti, evidenziando i risultati della sua amministrazione e mettendo in guardia contro i rischi di una possibile rielezione di Donald Trump. Tuttavia, ha dedicato poco spazio a Harris e alle prospettive future, facendo sembrare il suo intervento più adatto a chiudere la convention, come previsto inizialmente, piuttosto che ad aprirla. Questa situazione riflette le complesse dinamiche interne al partito, con Biden che si è ritirato dalla candidatura un mese fa, lasciando spazio a Harris come figura centrale per la campagna del partito.

L’accoglienza che Joe Biden ha ricevuto dalle oltre trentamila persone presenti allo United Center è stata straordinariamente calorosa. Tanto che il presidente ha dovuto aspettare quasi cinque minuti prima di poter iniziare il suo discorso, visibilmente commosso.

“America, ho fatto molti errori nella mia vita, ma ti ho dato il meglio che avevo”, ha dichiarato Biden alla fine del suo intervento, che è stato una sorta di greatest hits dei suoi comizi degli ultimi anni, toccando temi come la difesa della democrazia e dei diritti riproduttivi. Il discorso ha anche rappresentato un simbolico passaggio di consegne alla sua vice, Kamala Harris, definendola “la scelta migliore che abbia fatto da presidente”.

Biden ha ricordato che la sua decisione di candidarsi alla presidenza è stata influenzata dalla famigerata manifestazione neonazista di Charlottesville del 2017, e soprattutto dalla controversa reazione di Donald Trump, che aveva affermato di vedere “brave persone da entrambe le parti”.

“Col cuore pieno di gratitudine”, ha detto Biden, “in questa sera di agosto posso farvi rapporto e dirvi che la democrazia ha prevalso. La democrazia ha vinto. Ora la democrazia va protetta”. Ha anche rivendicato che, grazie alla sua amministrazione, l’Ucraina è ancora “libera”, accusando Trump di essere subalterno ai “dittatori” come il presidente russo Vladimir Putin.

La giornata ha visto anche discorsi significativi di due donne con percorsi politici molto diversi: Hillary Clinton e Alexandria Ocasio-Cortez.

Hillary Clinton, già first lady e segretaria di stato, è stata la prima donna candidata alla presidenza da un grande partito nella storia statunitense. Sebbene abbia ottenuto tre milioni di voti in più del suo avversario, fu sconfitta da Trump nel 2016. “Sta succedendo qualcosa nel nostro paese”, ha detto, alludendo alla possibilità che stavolta una donna possa finalmente arrivare alla Casa Bianca. Anche lei è stata accolta con una lunga ovazione da parte dei delegati in piedi.

«Il futuro è qui. Dall’altra parte di questo soffitto di vetro c’è Kamala Harris che presta giuramento come quarantasettesima presidente degli Stati Uniti. Quando una barriera cade per una di noi, cade per tutte noi. Voglio che i miei nipoti e i loro nipoti sappiano che oggi ero qui. Che noi eravamo qui».

Alexandria Ocasio-Cortez, deputata eletta a New York e appartenente alla corrente più progressista dei Democratici, ha spesso criticato l’establishment del partito, mantenendo un equilibrio tra il supporto al Partito Democratico e la sua visione critica. Negli anni, è riuscita a diventare una figura-ponte, rispettata all’interno del partito senza perdere il suo carisma e magnetismo.

Durante il suo discorso a Chicago, Ocasio-Cortez ha rivolto alla platea un messaggio energico, ottimista e patriottico, criticando duramente il presidente Donald Trump. Ha iniziato con un sentito ringraziamento al presidente Joe Biden, sottolineando come Harris rappresenti meglio gli interessi della classe media rispetto a Trump, che «venderebbe questo paese per un dollaro se gli convenisse», che «detesta i sindacati» e che «difende solo i ricchi».

Lunedì si è tenuta anche una delle manifestazioni più attese contro i Democratici a Chicago. Dopo settimane di difficili trattative tra gli organizzatori e la città, i promotori si aspettavano fra le trenta e le quarantamila persone. Tuttavia, alla fine i partecipanti sono stati solo poche migliaia, appartenenti a oltre duecentocinquanta gruppi anticapitalisti, comunisti e socialisti. Migliaia di cartelli preparati per i manifestanti sono rimasti abbandonati a terra.

La principale contestazione dei manifestanti riguardava il sostegno militare della Casa Bianca a Israele, ma la protesta ha criticato i Democratici anche per aver «promosso» la guerra in Ucraina e per il mancato ripristino del diritto all’aborto (di cui però sono responsabili i Repubblicani, che un mese fa alla loro convention non hanno subito alcuna vera contestazione).

Gli attivisti che si sono alternati sul palco hanno inneggiato alla “resistenza palestinese” e all’intifada, urlando slogan come “dal fiume al mare” e “non vogliamo due stati”, ma la protesta è stata pacifica. Al termine del corteo, qualcuno ha sfondato una delle molte barriere che proteggevano lo United Center, il palazzetto che ospita la convention, senza riuscire ad avanzare oltre.

Niente di lontanamente paragonabile a quanto accadde nel 1968, quando affollatissime proteste contro la guerra in Vietnam portarono a scontri con la polizia e tumulti anche dentro il palazzetto della convention e tra i delegati del partito, che poi ottennero una rovinosa sconfitta alle successive elezioni di novembre a vantaggio di Richard Nixon. Altre cinque manifestazioni sono previste nei prossimi giorni, ma quella di lunedì doveva essere la più affollata: gli organizzatori avevano distribuito spille e adesivi con la scritta “Make it great like ’68”.

La convention del Partito Democratico proseguirà martedì, quando tra gli altri parlerà l’ex presidente Barack Obama, e andrà avanti fino a giovedì, quando sarà chiusa dal discorso di Kamala Harris.

Gestione cookie