Consiglio europeo, vertice sui Balcani, G7, Nato. Gli ultimi giorni di giugno saranno ricchi di vertici e incontri accomunati da un unico filo conduttore: la candidatura dell’Ucraina all’Unione Europea. La Commissione si è pronunciata favorevole alla richiesta di Kiev, ma si tratta solo del primo passo di un lungo iter. Alla fine del quale servirà il via libera di tutti e 27 gli stati membri. Un sostegno tutt’altro che scontato, nonostante i vertici ucraini e lo stesso presidente Volodymyr Zelensky abbiano chiaramente detto che il riconoscimento ufficiale come paese candidato all’Ue fornirebbe una spinta morale “incalcolabile” in tempo di guerra.
Zelensky ha fatto notare come, dalla rivoluzione di Maidan ad oggi, i cittadini ucraini abbiano combattuto e siano morti anche per un futuro libero e democratico per l’intero continente, guadagnandosi sul campo lo status di ‘aspiranti europei’. Anche Moldavia e Georgia hanno presentato domanda per lo status di paese candidato ma mentre la prima, dove è in carica un governo fermamente pro-europeo, sembra avere delle chance, la seconda negli ultimi anni è stata teatro di disordini politici e un notevole arretramento democratico.
Consiglio Ue, vertice Nato e G7: ci sarà il sostegno dei B9?
I primi ad esprimere il loro sostegno alla concessione dello status di candidato ufficiale all’Ucraina sono stati i capi di governo di Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Lituania, Lettonia, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia riuniti. L’incontro del cosiddetto formato dei “Nove di Bucarest” o B9, costituitosi nel 2015 dopo l’annessione russa della Crimea, si è tenuto pochi giorni prima del Consiglio europeo del 23-24 giugno, che dovrebbe definire una posizione comune dei 27 sulla candidatura di Kiev.
“Siamo determinati a continuare e intensificare ulteriormente la nostra assistenza all’Ucraina, poiché un’Ucraina forte e democratica è importante per la sicurezza e la stabilità in Europa”, affermano i leader dei nove paesi dell’Europa Centro-orientale, secondo cui il prossimo vertice della Nato a Madrid (28, 29 e 30 giugno) “rifletterà la nuova realtà di sicurezza creata dalla guerra della Russia contro l’Ucraina”, evidenziando la Federazione Russa come “la minaccia più significativa e diretta alla sicurezza euro-atlantica”. Al vertice nella capitale spagnola gli alleati del patto Atlantico dovranno anche rispondere alla richiesta di Finlandia e Svezia di entrare nell’Alleanza.
Il dilemma dell’allargamento dell’Unione
Al di là delle ‘raccomandazioni’ della Commissione, a decidere se l’Ucraina ha le carte in regola per candidarsi all’ingresso nel blocco Ue è il Consiglio Europeo, con una decisione all’unanimità. Ma sul tema i governi dei 27 hanno posizioni distinte. Ai Paesi del B9 e a un endorsement arrivato anche dal Primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, si contrappone la ‘freddezza’ di diversi paesi dell’Europa Occidentale. A rivelarlo è stato Mario Draghi a margine dell’ultimo Consiglio europeo, definendo l’Italia l’unico fra i “grandi stati” dell’Ue favorevole ad accordare la candidatura.
Anche il primo ministro portoghese e quello austriaco di recente hanno fatto trapelare il loro scetticismo. Mentre altri paesi che non si sono espressi finora sarebbero contrati o comunque non così convinti da votare favorevolmente e lo stesso presidente francese, Emmanuel Macron, presidente di turno dell’Ue, ha avanzato l’ipotesi di una ‘comunità politica’ che rafforzi le relazioni di Kiev con l’Ue, ribadendo che anche se l’Ucraina fosse ammessa come candidato, ci vorrebbe più di un decennio secondo le procedure di adesione prima che si unisca al blocco. In tutto questo, dal 26 al 28 giugno si terrà il G7 al Castello di Elmau (Germania).