Oltre ai decessi ufficialmente confermati, ne sarebbero avvenuti molti altri (si stima tra le 67 e le 143) anche nella zona rurale di Panzi (a circa 700 chilometri a Sud-Est della capitale della Repubblica Democratica del Congo)
Nella Repubblica Democratica del Congo si sta diffondendo una malattia di origine sconosciuta che, secondo quanto riportato dalle autorità congolesi, ha causato 71 decessi tra il 10 e il 25 novembre. Oltre alle morti ufficialmente confermate, ne sarebbero avvenute molte altre (si stima tra le 67 e le 143) anche nella zona rurale di Panzi, nella provincia di Kwango, a circa 700 chilometri a Sud-Est della capitale Kinshasa. Qui i bambini hanno un tasso di malnutrizione al 61%, tra i più alti del Paese. Anche l’accesso ai medicinali e all’acqua potabile è esiguo e le infrastrutture sanitarie sono del tutto assenti.
Il Congo è in “massima allerta”
Per ridurre il numero di nuovi contagi, le autorità hanno invitato a non toccare i cadaveri. Il 40% dei casi riguarderebbe dei bambini al di sotto dei cinque anni. La situazione si sta aggravando e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha inviato un team di esperti epidemiologi per prelevare campioni e cercare di identificare il patogeno, sul quale al momento non si sa pressoché nulla. “Siamo in massima allerta, riteniamo che questo sia un livello di epidemia che dobbiamo monitorare”, ha dichiarato il ministro della Difesa della Repubblica Democratica del Congo, Samuel-Roger Kamba, nel corso di una conferenza stampa svolta a Kinshasa. “Nei centri sanitari abbiamo registrato 27 decessi. E con la valutazione effettuata dal primario di zona in comunità, ne sono stati segnalati altri 44”, ha aggiunto il ministro.
I sintomi della malattia che si sta diffondendo nel Congo
Se l’identità del patogeno è sconosciuta, lo stesso non vale per i suoi sintomi. Alcuni tra quelli segnalati finora (come mal di testa, tosse e febbre alta) fanno pensare a un’influenza, ma ciò non vale per l’anemia, ossia una riduzione dei globuli rossi e dell’emoglobina nel sangue, che porta a una ridotta ossigenazione. Alcuni decessi sono stati causati proprio dalle difficoltà respiratorie e da mancate trasfusioni che avrebbero potuto salvare i pazienti. Le carenze sanitarie presenti nella Repubblica Democratica del Congo non aiutano a gestire l’emergenza e rendono anche difficile valutare l’effettiva pericolosità della malattia. Sarà necessario attendere delle dichiarazioni ufficiali dell’Oms per avere un quadro più chiaro della situazione.
La patologia potrebbe arrivare anche in Italia?
Anche sull’eventuale diffusione della malattia in Paesi diversi dalla Repubblica Democratica del Congo non sono disponibili informazioni ufficiali. Su X, Roberto Burioni, virologo dell’Università Vita e Salute San Raffaele, ha dichiarato che al momento non c’è motivo di preoccuparsi, anche se “il quadro clinico (anemia) non mi piace”.
L’infettivologo Matteo Bassetti ha ricordato che in passato dalla Repubblica Democratica del Congo è arrivata l’ebola. “Pare che i sintomi siano simili all’influenza. L’Oms si sta muovendo e dobbiamo ancora capire bene, magari non è nulla di preoccupante”. Oltre alla già menzionata ebola (la cui epidemia è terminata nel 2020), la Repubblica Democratica del Congo ha avuto e sta avendo tutt’ora grossi problemi con un altro virus, ossia quello che causa il vaiolo delle scimmie. Negli ultimi mesi la malattia ha provocato più di un migliaio di morti e quasi 50mila casi sospetti.