“Come su un tapis roulant”: le parole di Zelensky dopo l’incontro con Putin

“Senza dialogo è come su un tapis roulant: corriamo avanti, ma non ci muoviamo”. Così Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina, a margine dell’incontro tenuto con il suo omologo russo, Vladimir Putin. Lo sfondo è, ovviamente, quello della guerra in Ucraina. In particolare, sul fatto di mettere fine al conflitto per il Donbass. Per quanto non sia andato nel migliore dei modi, è stato un faccia a faccia sicuramente storico quello che si è svolto davanti a Emanuel Macron e che sicuramente può aprire scenari importanti. Anche perché è da tanti anni che la guerra sta imperversando in quelle zone. Ormai dal lontano 2014. Potrà portare a qualcosa di buono tutto ciò nei prossimi giorni?

Come è andato veramente l’incontro tra Putin e Zelensky

Difficile rispondere a questa domanda in maniera ottimista. Anche perché quell’incontro non è andato in scena esattamente pochissimi giorni fa. Ma ormai due anni e mezzo fa. Stiamo parlando, infatti, dell’unico precedente che riguarda la conoscenza in presenza tra i due. Un incontro, quello tra Putin e Zelensky, che non portò a evoluzioni positive. E le conseguenze si possono notare (purtroppo) ancora adesso. Era il 9 dicembre 2019, a Parigi.

Putin, Zelensky, Macron e Angela Merkel si siedono attorno al tavolo per cercare di mettere fine al conflitto nel Donbass. Russia, Ucraina, Francia, Germania sono di nuovo insieme; come in Normandia nel 2014. Dall’ultima sconfitta militare ucraina del 2015 nasce l’accordo Minsk 2. Le grandi battaglie sembrano finire (con i piccoli conflitti che in realtà proseguono). L’Ucraina accusa la Russia di non avere mai ritirato le truppe, come concordato. Mosca ribatte che non sono sue le truppe (formalmente non è negli accordi di Minsk, che citano solo i ribelli separatisti) e che Kiev non rispetta i punti dell’accordo e si avvale di mercenari occidentali.

Ora (ovvero dicembre 2019) tocca a Zelensky, ex attore e da pochi mesi presidente e visibilmente emozionato, partecipare a un vertice con Putin, da vent’anni al potere e sempre freddo e sicuro di sé. Non ci sono però grandi risultati: i due leader ribadiscono le loro posizioni, divisi sempre sugli accordi di Minsk. Davanti ai fotografi, i due non si guardano nemmeno reciprocamente, se non quando Putin gli fa cenno di girarsi e sorridere a favore delle telecamere.

Lo zar sembra non interessato al vertice: gioca non l’auricolare, si guarda attorno, non consulta nemmeno i documenti. In ogni caso, anche questa mini-pace resterà lettera morta. Alla fine della conferenza stampa Merkel e Macron parlano con Putin; Zelensky sembra rimanere indietro da solo. Il presidente russo andrà via salutando i leader tedesco e francese, ma senza stringere la mano a quello ucraino. Non si rivedranno mai più. Solo alcune telefonate tra Zelensky e Putin (è sempre il primo che chiama). All’ultima telefonata di Zelensky, Putin non risponde: è il 23 febbraio 2022. All’alba del 24 febbraio, le truppe russe invadono l’Ucraina.

L’immagine del tapis roulant che può essere riproposta adesso

Il 3 dicembre precedente, Volodymyr Zelensky aveva postato un video sui suoi profili social dove indicava il paragone con tapis roulant. Camminava sull’attrezzo ginnico a passo rapido per spiegare la necessità di un incontro con Putin. “Alcuni dicono che sia impossibile avere un dialogo con Putin, ma senza dialogo è come se fossimo su un tapis roulant: corriamo avanti, ma non ci muoviamo”, afferma Zelensky nel video. Un’espressione che, per certi versi, dopo quasi 30 mesi da quell’unico faccia a faccia, potrebbe essere tranquillamente riproposta adesso. Del resto, quelli che vengono chiamati negoziati, sono oramai fermi da due mesi.

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