Come ha reagito Hezbollah alle esplosioni in Libano?

Il leader dell’organizzazione paramilitare, Hassan Nasrallah, ha promesso che Israele “affronterà una punizione, dove se l’aspetta e anche dove non se l’aspetta”

Non si è fatta attendere la reazione di Hezbollah alle esplosioni dei cercapersone e dei walkie-talkie in possesso dei suoi membri, che hanno causato morti e migliaia di feriti. Giovedì 19 settembre, Hassan Nasrallah, il capo dell’organizzazione paramilitare islamista, ha accusato pubblicamente Israele, dichiarando che ha oltrepassato il limite e che i suoi attacchi costituiscono una “dichiarazione di guerra”. Ha aggiunto che “il nemico affronterà una punizione, dove se l’aspetta e anche dove non se l’aspetta”.

Hezbollah non smetterà di fornire supporto a Gaza

È verosimile che il messaggio di Nasrallah sia stato preregistrato, perché è dal 2006 che il leader di Hezbollah non parla in pubblico di persona. Inoltre, nel bel mezzo del discorso l’esercito israeliano ha lanciato una raffica di raid aerei nel sud del Libano e dei jet israeliani hanno sorvolato Beirut a bassissima quota, infrangendo il muro del suono e costringendo gli abitanti ad aprire le finestre per impedire che andassero in frantumi.

Uno dei jet israeliani che ha sorvolato Beirut
Uno dei jet israeliani che ha sorvolato Beirut | EPA/WAEL HAMZEH – Newsby.it

Nonostante la confusione, Nasrallah non si è mostrato sorpreso e non ha fatto alcun riferimento a quanto avvenuto. “Senza dubbio abbiamo subito un duro colpo”, ha affermato nel corso del suo discorso, riferendosi agli attacchi non convenzionali degli ultimi giorni, che ha definito come un attacco senza precedenti nella storia della resistenza del Libano. “Siccome questa battaglia è stata portata avanti da volti invisibili, dovete concedermi di cambiare il mio stile. La rappresaglia arriverà di sicuro, ma solo noi sapremo come, dove e quando”, ha aggiunto, per poi sottolineare che, a prescindere da tutto, la resistenza libanese continuerà a supportare Gaza.

Israele vuole concentrarsi sul fronte libanese

Mentre Nasrallah parlava e le finestre di tutta Beirut tremavano, il tenente generale Herzi Halevi, il capo di Stato maggiore dell’esercito israeliano (Idf), ha approvato i piani di battaglia per il fronte settentrionale, ossia quello al confine con il Libano. Secondo quanto riportato dal Jerusalem Post, per ora l’esercito di Israele non dovrebbe condurre delle operazioni su larga scala contro Hezbollah, perché avrebbe ricevuto istruzioni dal governo di attendere le prossime mosse dell’organizzazione paramilitare. Yoav Gallant, il ministro della difesa israeliano, ha dichiarato che la guerra di Israele è entrata in una nuova fase e che da ora in poi le forze armate si concentreranno di più sul fronte libanese per garantire la sicurezza della parte nord del Paese.

L’obiettivo degli attacchi di Israele era provocare Hezbollah?

Sembra sempre più probabile che la detonazione dei cercapersone e dei walkie-talkie sia stata orchestrata da Israele per coinvolgere di proposito delle persone estranee a Hezbollah e indurre l’organizzazione paramilitare a reagire. A farlo supporre è la scelta di causare le esplosioni in pieno giorno, in un momento in cui vari bersagli si trovavano in luoghi affollati. Bisogna tenere presente che Hezbollah è non è solo un gruppo militare, ma anche un’organizzazione civile ramificata che gestisce un partito politico, ospedali cliniche e varie altri strutture importanti per i cittadini libanesi. Alcuni dei suoi membri non sono combattenti e conducono una vita regolare a contatto con persone che spesso non sospettano in alcun modo della loro appartenenza all’organizzazione.

È anche possibile che Israele abbia fatto detonare i dispositivi per mancanza di alternative. Dopotutto i cercapersone e i walkie-talkie erano in possesso dei membri di Hezbollah ormai da mesi e il rischio che uno di essi esplodesse per errore o che qualcuno notasse l’esplosivo al loro interno durante una riparazione stava iniziando a diventare elevato. In ogni caso, il fatto che le esplosioni siano avvenute in pieno giorno fa pendere la bilancia verso l’ipotesi della provocazione, messa in atto per inasprire il conflitto con il Libano. Appare meno probabile che gli attacchi siano stati condotti per indurre Hezbollah a sospendere temporaneamente la propria offensiva per riorganizzarsi, più che altro perché Israele è ben consapevole delle capacità belliche dell’organizzazione e i suoi leader sanno bene che Nasrallah non lascerebbe mai impunito un simile affronto.

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