In una sentenza di divorzio, un tribunale della Cina ha deciso che un uomo dovrà risarcire la moglie per i lavori domestici svolti nei 5 anni del loro matrimonio. È il primo verdetto di questo genere da quando nel Paese è stata introdotta una nuova legge sui matrimoni. Legge che è in vigore dal primo gennaio di quest’anno.
Il provvedimento della Cina prevede che la persona che nel matrimonio si sia presa in carico il maggior lavoro (per esempio nella cura della casa, nel crescere i figli o nell’assistere gli anziani) abbia diritto a un risarcimento dopo il divorzio, deciso dal tribunale nel caso in cui i due coniugi non riescano a mettersi d’accordo. In questa prima sentenza agli alimenti ammontano 2mila yuan al mese (poco più di 250 euro). Il tribunale ha deciso inoltre che la donna dovrà ricevere un risarcimento di 50mila yuan (poco meno di 6.400 euro).
In Cina il divorzio è condizionato anche dallo sviluppo economico e dalla mobilità della popolazione
Inoltre, secondo un rapporto diffuso dai media cinesi e realizzato dal gruppo immobiliare Evergrande, il tasso di matrimoni in Cina è tanto più basso quanto più la provincia presa in considerazione è sviluppata da un punto di vista economico. Questo risultato pone un ulteriore interrogativo su quanto sia sostenibile l’andamento demografico della Cina per la sua tenuta sociale in un contesto di crescita economica.
A Pechino il tasso di matrimoni è del 6%, ottavo posto guardando dal basso. Mentre la media nazionale è del 6,6%. Sono invece le aree meno sviluppate del paese (a partire da Guizhou, Qinghai e la Regione autonoma Hui di Ningxia) che hanno i tassi di matrimonio più elevati: 9,9, 9,6 e 8,8%. “Lo sviluppo economico e la mobilità della popolazione influenzano anche il tasso di divorzi. Una regione con uno sviluppo economico più debole e con una grave fuoriuscita di popolazione, usualmente vede più alti tassi di divorzio. Perché le relazioni a lunga distanza a lungo termine hanno un impatto avverso”, spiega il rapporto.