Chi era Suhail Hussein Husseini, il comandante di Hezbollah ucciso a Beirut

Figura di rilievo all’interno dell’organizzazione, con un ruolo cruciale nella gestione della logistica e dei trasferimenti di armi tra l’Iran e Hezbollah

Negli ultimi mesi, la situazione nel Medio Oriente ha subito un’escalation senza precedenti, segnando una nuova fase di tensione tra Israele e Hezbollah, l’organizzazione militare libanese sostenuta dall’Iran. Gli scontri, che si concentrano principalmente nel Libano meridionale, hanno visto il dispiegamento massiccio di forze israeliane e una serie di attacchi mirati contro i leader chiave di Hezbollah. L’obiettivo principale di Israele è quello di disarticolare le capacità militari e logistiche del gruppo, in particolare nella regione di confine.

Il dispiegamento delle Forze di Difesa Israeliane

Un segnale chiaro dell’intensificazione delle operazioni israeliane è stato il recente dispiegamento di una quarta divisione di riservisti nel Libano meridionale. L’annuncio è stato dato dalle Forze di Difesa Israeliane , che hanno dichiarato che la 146ª Divisione di riservisti ha iniziato le operazioni nel settore occidentale del Libano meridionale. Questa divisione si aggiunge alle tre divisioni già operative, la 98ª, la 36ª e la 91ª, schierate nei settori centrale e orientale della regione.

Il coinvolgimento della 146ª Divisione, composta dalla Brigata di Fanteria di Riserva Carmeli e dalla Brigata Corazzata di Riserva Iron Fist, supportata dal 213° Reggimento di Artiglieria, rappresenta un chiaro segnale dell’espansione delle operazioni. Secondo fonti della stampa israeliana, il numero totale di soldati israeliani dispiegati nella zona potrebbe aver superato i 15.000. Le operazioni di terra sono state descritte dalle IDF come “incursioni limitate, localizzate e mirate”, con l’obiettivo di smantellare le infrastrutture di Hezbollah nei villaggi di confine e consentire il ritorno in sicurezza dei residenti del nord di Israele, che sono stati evacuati a causa della minaccia di razzi e incursioni.

Chi era Suhail Hussein Husseini

Hezbollah, attivo sin dalla sua fondazione negli anni ’80 come forza paramilitare libanese con stretti legami con l’Iran, ha sviluppato una sofisticata rete di infrastrutture militari, con un arsenale di razzi e missili. Questo è considerato una minaccia da Israele che, negli ultimi mesi, ha lanciato una serie di operazioni mirate contro i leader di Hezbollah.

Una delle operazioni più significative è stata l’eliminazione di Suhail Hussein Husseini, comandante del quartier generale di Hezbollah, avvenuta durante un raid aereo israeliano a Beirut. Husseini era una figura di rilievo all’interno dell’organizzazione, con un ruolo cruciale nella gestione della logistica e dei trasferimenti di armi tra l’Iran e Hezbollah. Inoltre, era membro del Consiglio della Jihad, il più alto organo decisionale militare del gruppo, e supervisore di operazioni speciali e piani di guerra.

Husseini aveva di recente assunto il comando dell’intero quartier generale del partito con sede nella periferia sud di Beirut. Due anni fa figurava come uno dei co-fondatori di una cellula congiunta libanese-irachena-iraniana, con base al confine tra Iraq e Siria, e che gestiva il flusso di armi iraniane verso la costa mediterranea. Un’informazione che corrisponde a quanto riferito dall’esercito israeliano, secondo cui Husseini gestiva l’intera filiera delle forniture di armi e monitorava la definizione dei budget e l’elaborazione dei progetti militari.

Razzi dal Libano a Israele
Razzi delle milizie libanesi di Hezbollah contro Israele | Foto ANSA – Newsby.it

Secondo le IDF, il quartier generale sotto la supervisione di Husseini era responsabile della ricerca e sviluppo di missili a guida di precisione, della gestione degli stoccaggi di armi in Libano e del coordinamento degli attacchi terroristici contro Israele, sia dal Libano che dalla Siria. La sua morte rappresenta un duro colpo per l’organizzazione, in quanto Husseini gestiva anche il budget e le risorse di Hezbollah, garantendo che le sue unità fossero equipaggiate con armi avanzate.

L’eliminazione di Husseini si inserisce in una strategia più ampia di Israele per decapitare la leadership di Hezbollah. Nelle ultime settimane, almeno sette comandanti di alto rango del gruppo sono stati uccisi, segnando un’importante escalation nella guerra ombra tra Israele e Hezbollah. Tra le vittime si annovera anche Hassan Nasrallah, il leader storico dell’organizzazione, eliminato in un raid aereo israeliano nel settembre del 2024.

Le conseguenze dell’escalation

L’escalation in corso tra Israele e Hezbollah si inserisce in un contesto di maggiore instabilità nella regione, aggravata dall’attacco senza precedenti lanciato da Hamas contro Israele nell’ottobre del 2024. Questo attacco ha causato la morte di circa 1.200 persone e ha visto il rapimento di oltre 200 israeliani. A seguito di questo evento, Israele ha lanciato una vasta operazione militare nella Striscia di Gaza, che ha provocato un bilancio devastante di oltre 41.000 vittime

L’intensificarsi del conflitto solleva interrogativi sul futuro della stabilità nel Medio Oriente. La presenza massiccia di truppe israeliane nel Libano meridionale, unitamente agli attacchi mirati contro i leader di Hezbollah, rischia di portare a una nuova fase di guerra aperta tra Israele e l’organizzazione sciita. Hezbollah, nonostante i colpi subiti, rimane un’organizzazione profondamente radicata in Libano, con il sostegno dell’Iran e un vasto arsenale di armi a sua disposizione.

Gli sforzi Diplomatici

Mentre le operazioni militari continuano, la comunità internazionale osserva con preoccupazione l’escalation del conflitto. Le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali hanno fatto appelli per il cessate il fuoco, invitando le parti a trovare una soluzione diplomatica per evitare ulteriori perdite di vite umane. Tuttavia, con Hezbollah impegnato a difendere i suoi interessi strategici in Libano e Israele determinato a eliminare la minaccia alle sue frontiere settentrionali, le prospettive di una risoluzione pacifica sembrano lontane.

Gli sforzi diplomatici, inoltre, sono complicati dal coinvolgimento di attori esterni, come l’Iran, che continua a fornire sostegno materiale e finanziario a Hezbollah. Teheran, infatti, vede l’organizzazione libanese come un baluardo contro l’influenza occidentale nella regione e un’importante pedina nella sua strategia di confronto con Israele. Questo rende difficile immaginare una soluzione al conflitto che non coinvolga anche una ridefinizione dei rapporti di forza tra Israele, Hezbollah e l’Iran.

Le operazioni militari di Israele nel Libano meridionale rappresentano un nuovo capitolo nel lungo conflitto tra lo Stato ebraico e Hezbollah. L’eliminazione di figure chiave come Suhail Hussein Husseini mostra la determinazione di Israele a smantellare le capacità militari dell’organizzazione libanese. Tuttavia, con il rischio di un’escalation su larga scala, il conflitto continua a rappresentare una delle maggiori minacce alla stabilità della regione. Mentre Israele cerca di garantire la sicurezza dei suoi confini settentrionali, Hezbollah e i suoi sostenitori regionali, in particolare l’Iran, rimangono pronti a continuare la loro resistenza, lasciando il Medio Oriente in bilico tra guerra e pace.

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