Centrale di Zaporizhzhia, le azioni militari che l’hanno messa in pericolo negli ultimi anni

La recente distruzione della diga di Kachovka da parte dei militari ha avuto delle conseguenze disastrose per un’intera area dell’Ucraina. Più di 80 città e villaggi sono stati sommersi dall’acqua e decine di migliaia di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni. Sia Mosca che Kiev si sono accusate a vicenda del disastro, ma a prescindere di chi sia la colpa c’è un’altra questione pressante che merita attenzione: il possibile impatto sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia.

L’impatto sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia

La diga distrutta, infatti, era essenziale per rifornire di acqua la centrale. Ora bisogna trovare delle soluzioni alternative per “mantenere l’integrità del bacino di raffreddamento” dell’impianto e del suo “canale di scarico”. Si deve anche garantire che la centrale “disponga di acqua sufficiente per fornire il raffreddamento essenziale al sito nei mesi a venire. A dichiararlo è stato Rafael Mariano Grossi, il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea).

Ispezione della centrale di Zaporizhzhia
Foto | EPA/SERGEI ILNITSKY – Newsby.it

Ora più che mai, la presenza rafforzata dell’Aiea presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia è di vitale importanza per contribuire a prevenire il pericolo di un incidente nucleare e le sue potenziali conseguenze per la popolazione e l’ambiente in un momento di maggiore attività militare nella regione. La possibile perdita della principale fonte di acqua di raffreddamento dell’impianto complica ulteriormente una situazione di sicurezza nucleare già estremamente difficile e impegnativa”, ha aggiunto Grossi. La prossima settimana il direttore generale dell’Aiea raggiungerà la centrale di Zaporizhzhia, che dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina è stata più volte messa in pericolo da azioni militari sconsiderate. Ecco un riepilogo delle più gravi.

Il ruolo dell’impianto nel conflitto

Il 4 marzo 2022, pochi giorni dopo l’inizio dell’invasione, la centrale nucleare di Zaporizhzhia è stata occupata dalle forze russe durante la battaglia di Enerhodar. Durante lo scontro ha preso fuoco un edificio adiacente all’impianto, ma le fiamme non hanno intaccato in alcun modo i reattori e non ci sono state ripercussioni sull’ambiente.

Il 5 agosto 2022 l’Ucraina ha accusato la Russia di aver colpito una linea elettrica della centrale nucleare. L’incidente è stato confermato da Energoatom, la compagnia russa che gestisce l’impianto da marzo 2022, che ha però escluso eventuali fughe radioattive (e, in effetti, in quell’occasione non ce ne sono state).

L’11 agosto, invece, Vladimir Rogov, membro dell’autorità civile-militare della parte della regione di Zaporizhzhia controllata dalle forze russe, ha dichiarato che un colpo d’artiglieria sparato dalle truppe ucraine si sarebbe abbattuto a soli dieci metri da un deposito di combustibile nucleare esaurito nella centrale di Zaporizhzhia.

Il 25 agosto l’impianto è stato disconnesso per la prima volta dalla rete elettrica nazionale Ucraina. Una parziale riconnessione è avvenuta nei giorni successivi.

L’11 settembre è stata annunciata la disattivazione del reattore 6, l’ultimo ancora attivo, necessario per produrre l’energia utile a garantire il raffreddamento nucleare e altre funzioni essenziali di sicurezza. Solo pochi giorni dopo sono state ripristinate del tutto le linee elettriche che forniscono elettricità alla centrale.

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