“Sono diventati troppo indulgenti verso se stessi e hanno dimenticato cos’è la Bielorussia. Pensavano di poterci piegare e di spaventarci con i carri armati e con i missili. Vedremo chi spaventerà chi. Mostreremo loro cosa sono le sanzioni”. Suonano come una vera e propria minaccia le parole del presidente della Bielorussia, Aleksander Lukashenko, poche ore dopo la conferma da parte dell’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, di “sanzioni mirate” a personaggi di spicco della politica bielorussa all’indomani delle contestate elezioni presidenziali del 9 agosto.
Quelle riportate dall’agenzia russa Tass sono parole preoccupanti proprio per l’Unione Europea, visto che la Bielorussia condivide i confini con tre Stati membri (Lettonia, Lituania e Polonia).
Poche ore prima, Borrell aveva comunicato, nel corso di una conferenza stampa alla fine del Gymnich (la riunione informale dei ministri degli Esteri europei), l’approvazione entro tempi brevi di una lista di persone “di alto livello politico” da sanzionare. A firmare il testo undici membri del Consiglio, che chiedono di arrivare velocemente ad una decisione.
Borrell non ha schivato le domande sulle possibili interferenze da parte del governo russo, partner mai troppo nascosto di Lukashenko. “Ho sentito tante volte Mosca ripetere il mantra sul fatto che in Bielorussia sono affari interni, e che loro non vogliono interferenze esterne – ha detto l’Alto rappresentante Ue -. Suppongo che questo sia valido anche per loro”.
La stessa Russia, però, non si nasconde nonostante l’auspicio di Borrell. Ancora l’agenzia Tass, infatti, riporta che il presidente Vladimir Putin ha garantito l’invio di forze dell’ordine “di rinforzo” per combattere “gli estremisti che si nascondono dietro slogan politici, mettendo a ferro e fuoco case e banche, provando ad occupare edifici istituzionali”. La Polonia ha condannato immediatamente l’atteggiamento russo, accusando Mosca di preparare “un intervento militare mascherato da servizio d’ordine”.
Un Paese ‘nel mezzo’ è l’Ucraina: il governo di Kiev, attraverso il ministro degli Esteri Dmitry Kuleba, ha fatto sapere che “non conosciamo le sanzioni Ue ma supportiamo le loro motivazioni. Tracceremo le nostre conclusioni una volta che le sanzioni saranno rese note”.
L’opposizione al presidente bielorusso, nel frattempo, tenta di studiare un piano d’azione per contrastare l’attuale regime. La candidata sconfitta il 9 agosto, Svetlana Tikhanovskaya, e il coordinamento del Consiglio d’opposizione hanno commentato negativamente la manovra di Putin.
“La dichiarazione da parte russa mostra la debolezza di Lukashenko – ha spiegato al Kommersant Maria Kolesnikova, altra leader dell’opposizione -. Ha paura dei suoi concittadini e non è pronto ad ascoltarli, così si affida all’aiuto di un altro Stato”.
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