Non c’è pace a Beirut, capitale del Libano. Per la terza volta in poche settimane si è infatti verificato un rovinoso incendio, che stavolta si è abbattuto sulla zona commerciale della città. Distrutto un edificio ancora in costruzione, e che era stato disegnato dalla compianta Zaha Hadid, premiatissima architetta iraniana.
Distrutto un futuro centro commerciale
L’edificio si trova non lontano dalla zona del porto di Beirut, la stessa che venne funestata dalla tragica esplosione del 4 agosto che costò la vita a quasi 200 persone. Le cause di questo nuovo incendio sono ancora da accertare e la Protezione civile locale ha annunciato l’apertura di un’indagine.
⚠️ HUGE FIRE HAS BROKEN OUT IN A BUILDING IN #BEIRUT, #LEBANON pic.twitter.com/vkWEQZHTNM
— SV News 🚨 (@SVNewsAlerts) September 15, 2020
L’opera, progettata da Zaha Hadid assieme a Samir Khairallah and Partners, era destinata a divenire un centro commerciale. Era stata commissionata dal gruppo Solidere, con un progetto del valore di 40 milioni di dollari. Si trova nel Beirut Souks, elegante area nel centro cittadino caratterizzata da moltissimi negozi, attività commerciali e centro di svago.
Beirut: più di un mese di terrore continuo
Continua dunque la scia di terrore che dal 4 agosto si è abbattuta su Beirut, dopo la tremenda esplosione di quasi 3 mila tonnellate di nitrato d’ammonio nella zona del porto. Il Libano ha pianto centinaia di morti, ma anche dovuto affrontare danni per miliardi di dollari. Il tragico episodio generò anche le dimissioni del governo sei giorni dopo.
I fatti di Beirut Souks sono quindi solo un nuovo, drammatico capitolo in uno dei periodi più neri di questo angolo di mondo. Il Libano è attanagliato da una crisi economica e finanziaria senza precedenti, con la classe politica finita ancor più nel mirino dell’opinione pubblica dopo la gestione di questi episodi così ravvicinati gli uni con gli altri. Gli incendi che si sono susseguiti in città hanno lasciato circa 250 mila cittadini senza una casa. E il lutto, il dolore e le conseguenze sociali ed economiche dei recenti fatti rischiano di essere ingenti.