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Emanuel Cleaver, pastore protestante dem eletto alla Camera dei Rappresentanti per lo Stato del Missouri, ha scelto di chiudere la sua preghiera, recitata in apertura dei lavori per il 117esimo Congresso, con le parole “Amen” e “Awoman“.
Una scelta che ha scatenato le ire dei repubblicani, che hanno contestato la lettura di genere di Cleaver del termine “amen”.
“Amen” e “Awoman”: ironie e critiche dai repubblicani
Il repubblicano Guy Reschenthaler, cha ha twittato il video online, ha detto che “amen” viene dal latino, e ha ricordato che il termine significa “così sia“. Per questo, non sarebbe possibile determinare il genere della parola. “Purtroppo i fatti sono irrilevanti per i progressisti. Incredibile“, ha aggiunto. L’ex presidente della Camera, Newt Gingrich, ha invece criticato con toni più forti le preghiera di Cleaver: “La follia radicale è iniziata“.
Il dibattito è proseguito anche al di fuori degli ambienti più strettamente legati alla politica. Tra i più severi, infatti, spicca un blogger conservatore, Matt Walsh. “I Dem aprono il Congresso con una preghiera che finisce con ‘amen and awoman’. Amen è una parola latina che significa ‘veramente’ o ‘così sia’. Awoman è una parola senza senso che non significa nulla. I dem trovano un modo per rendere tutto stupido e senza senso. Assoluti pagliacci, tutti quanti“, il suo duro giudizio sull’accaduto.
Le parole di Emanuel Cleaver e il caso Nancy Pelosi
“Lo chiediamo, nel nome del nostro Dio monoteistico Brahma. Dio conosciuto con molti nomi in differenti fedi. Amen e awoman“, sono state nello specifico le parole di Emanuel Cleaver. Quelle che hanno diviso l’opinione pubblica statunitense tra ironia e critiche più o meno feroci.
Peraltro quello di “Amen” e “Awoman” non è l’unico caso su cui l’America si sta interrogando in queste ore. Nancy Pelosi, notissima esponente del Partito Democratico e presidente della Camera dei Rappresentanti, ha infatti introdotto un nuovo pacchetto di regole dopo la sua rielezione. La speaker ha infatti proposto di eliminare i riferimenti a pronomi e termini specifici di genere come “uomo“, “donna“, “madre” e “figlio“. Un’altra vicenda su cui, inevitabilmente, gli Stati Uniti si spaccheranno a metà.