Il dissidente russo più famoso, Alexey Navalny, è morto oggi all’età di 47 anni, mentre si trovava all’interno della colonia correzionale numero 3 nell’Okrug autonomo di Yamalo-Nenets, situato al Circolo Polare Artico, dove si trovava da diversi giorni in seguito a una “punizione” (come era stata definita dallo stesso Navalny). Il decesso è stato riferito dal dipartimento locale del servizio penitenziario federale. Secondo quanto comunicato ufficialmente, Navalny si è sentito male dopo la passeggiata nella colonia correzionale numero 3, perdendo conoscenza quasi immediatamente. Nonostante l’applicazione delle misure di rianimazione necessarie, i medici del pronto soccorso hanno confermato il decesso del detenuto. Attualmente, si stanno investigando le cause della morte, il vero punto interrogativo della questione. Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.
Tutti i dubbi e le ombre sulla morte di Alexey Navalny
Alexey Navalny, 47 anni, era stato incarcerato a partire da gennaio 2021, scontando una condanna di 19 anni di reclusione. La comunità internazionale, dagli Stati Uniti all’Unione Europea, ha responsabilizzato il regime russo per l’accaduto. Le Nazioni Unite hanno espresso indignazione e hanno chiesto a Mosca di avviare un’indagine credibile sulla vicenda.
Insomma, nonostante le TV russe parlino di una trombosi come responsabile della morte del dissidente (sopraggiunta dopo una passeggiata nel carcere), gli organi politici, e non solo, di tutto il resto del mondo sembrano essere più che sospettosi nei confronti del Presidente russo Vladimir Putin, il quale ha da sempre fatto la “guerra”, senza esclusione di colpi, al suo rivale politico.
“I paramedici hanno tentato di rianimare Alexey Navalny per 30 minuti prima che venisse dichiarato morto“, ha riferito l’ospedale locale all’agenzia Interfax. Aggiungendo che un’ambulanza è giunta sul posto in sette minuti, ma il personale medico del carcere stava già effettuando i tentativi di rianimazione.
“Le autorità russe non sono in possesso di informazioni sulle cause della morte del detenuto Alexey Navalny“, questo è quanto dichiarato dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, il quale ha poi precisato che le indagini sono condotte dal servizio penitenziario federale e che non è richiesta alcuna ulteriore istruzione da parte del Cremlino in merito all’inchiesta in corso.
“Non accetto condoglianze. L’abbiamo visto in prigione il 12, durante una visita. Era vivo, sano e felice“, ha scritto Lyudmila Navalnaya, madre di Alexey Navalny, sui social media. Nel frattempo, la moglie, Julija Borisovna, intervenendo alla conferenza sulla sicurezza di Monaco, ha dichiarato che il presidente russo e altri funzionari russi devono essere consapevoli che “pagheranno” per le loro azioni.
L’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha sollecitato le autorità russe a condurre un’indagine credibile sulla morte in carcere del leader dell’opposizione Alexei Navalny. Liz Throssell, portavoce dell’Ufficio, ha dichiarato: “Se qualcuno muore sotto la custodia dello Stato, la presunzione è che lo Stato sia responsabile, una responsabilità che può essere confutata solo attraverso un’indagine imparziale, approfondita e trasparente condotta da un organismo indipendente“. Il Comitato investigativo russo ha confermato l’avvio di un’indagine procedurale sulla morte di Navalny.
Il Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha sottolineato che la Russia sta diventando sempre più autoritaria e ha utilizzato la repressione contro l’opposizione per un lungo periodo. Stoltenberg ha evidenziato che Navalny era un prigioniero, il che rende fondamentale che la Russia risponda a tutte le domande sulle circostanze della sua morte.
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha condiviso su X il suo sconforto dichiarando: “Sono profondamente turbata e addolorata dalla notizia della scomparsa di Alexei Navalny. Putin non teme nulla più del dissenso del suo stesso popolo. Questo è un triste richiamo a ciò che rappresentano Putin e il suo regime. Uniamoci nella nostra lotta per preservare la libertà e la sicurezza di coloro che sfidano l’autocrazia“.
Deeply disturbed and saddened by news of the death of Alexei Navalny.
Putin fears nothing more than dissent from his own people.
A grim reminder of what Putin and his regime are all about.
Let's unite in our fight to safeguard the freedom and safety of those who dare to… pic.twitter.com/YoIbS7XbdX
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) February 16, 2024
“L’Unione Europea attribuisce la responsabilità di questa tragica morte al regime russo“, afferma il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, commentando il decesso di Alexey Navalny, che ha lottato per i principi della libertà e della democrazia. “Ha sacrificato tutto per i suoi ideali“, aggiunge Michel, sottolineando che i difensori come Navalny possono perdere la vita, ma la lotta per la libertà continua sempre.
“La morte di Alexey Navalny mentre era detenuto rappresenta un altro triste capitolo che richiama l’attenzione della comunità internazionale. Esprimiamo il nostro profondo cordoglio e speriamo che si faccia piena luce su questo evento sconvolgente“, ha dichiarato la premier Giorgia Meloni.
La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha espresso il suo cordoglio dichiarando: “Il mondo ha perso un combattente il cui coraggio sarà ricordato per generazioni. Sono profondamente sconvolta dalla morte del vincitore del Premio Sakharov, Alexey Navalny. La Russia gli ha sottratto libertà e vita, ma non la sua dignità. La sua battaglia per la democrazia rimarrà un faro. I nostri pensieri sono con sua moglie e i suoi figli“.
“È evidente che è stato ucciso da Putin“, ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante la sua visita in Germania. “Putin non si preoccupa di chi muore, ma solo di mantenere il suo potere. È per questo che non deve restare impunito. Putin deve perdere tutto ed essere ritenuto responsabile delle sue azioni“, ha aggiunto il premier ucraino.
Aleksei Navalny è stato “brutalmente assassinato dal Cremlino“, ha dichiarato il presidente lettone, Edgars Rinkevics, in risposta alla notizia della morte dell’oppositore russo.
Secondo il ministro degli esteri francese, Stéphane Séjourné, Navalny ha pagato con la vita la sua opposizione a un sistema fondato sull’oppressione.
Navalny “ha sacrificato la sua vita per il suo coraggio“, ha commentato il cancelliere tedesco Olaf Scholz la notizia della morte dell’oppositore russo.
Insomma, le reazioni dell’occidente e dei Paesi contrari al Presidente russo Vladimir Putin è stata univoca e decisamente dura. Non si è fatta, però, attendere la risposta russa, arrivata tramite le parole della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, la quale ha replicato a tutti questi commenti di sdegno su Telegram criticando la reazione tempestiva dei leader della NATO alla morte di Navalny, accusando l’Occidente di trarre conclusioni senza un esame forense completo. La Zakharova ha ribadito che gli Stati Uniti e i loro alleati dovrebbero evitare di lanciare accuse indiscriminate sulla morte di Alexei Navalny e attendere i risultati dell’autopsia.