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Dopo l’attentato nei pressi dell’aeroporto di Kabul, molti si sono rivolti alla struttura sanitaria di Emergency, considerato l’ospedale “centrale” della città. E proprio dalla struttura attivissima nel cuore dell’Afghanistan, arriva un resoconto sul dramma dei civili in questa fase tragica per il loro Paese.
Sopravvissuti a Kabul: così in ospedale
Ecco l’aggiornamento di uno dei medici: “Le persone coinvolte nell’attentato, almeno quelle che abbiamo ricevuto noi nel nostro ospedale, sono sessantadue. Sono rimasti coinvolti sia uomini che donne e bambini“. Ma l’operatore di Emergency ha aggiunto un importante dettaglio su ciò che sta avvenendo in Afghanistan: “Ho però notato una cosa, rispetto alle mass casualties che ho fatto in questi anni. In questo caso in particolare c’era uno sguardo nelle persone estremamente assente. Più che disperato, era proprio assente“.
In altre parole, chi si è trovato al centro degli attentati di Kabul, è parso quasi assuefatto dalla violenza che ormai si respira ogni giorno in Afghanistan. Quasi come non ci sia più lo spazio psicologico per resistere o anche solo abbandonarsi a rabbia o dolore. “Erano proprio assenti. Come se avessero visto la cosa più brutta del mondo. Come se fossero stati investiti dal terrore più profondo. È una cosa che ho notato, l’ho vista in tutte le persone che sono arrivate“, ha spiegato il medico di Emergency.
Emergency e l’impegno in Afghanistan
L’associazione umanitaria è attivissima in Afghanistan nonostante il recentissimo lutto della scomparsa del fondatore Gino Strada. Emergency ha comunicato la sua intenzione di rimanere in Afghanistan. “Abbiamo scelto di effettuare una rimodulazione del personale, ma Emergency rimane presente nel Paese“, aveva annunciato l’addetto stampa Michele Bertelli, rimpatriato da Kabul. “Mai come in questo momento è necessaria la nostra attività per garantire il diritto alla cura dei cittadini afghani“.
Nonostante la rimodulazione del personale, i tre ospedali di Emergency presenti sul territorio rimangono attivi al 100%. “Soltanto ieri, dopo l’ingresso dei talebani in città al centro vittime di guerra di Kabul, abbiamo ricevuto circa ottanta pazienti“, ha spiegato Bertelli il giorno dopo Ferragosto. Il portavoce sottolineò inoltre un considerevole aumento di pazienti con ferite da proiettili e frammenti di mine.