La presidente del Consiglio si è detta “orgogliosa” per il ruolo dell’Italia nell’accordo Ue-Egitto: piano di aiuti di 7,4 miliardi di euro
Sette miliardi e 400 milioni di Euro: questo è il pacchetto di aiuti offerto nella dichiarazione congiunta che pone le basi per un partenariato strategico tra Ue ed Egitto, con l’obiettivo di ottenere la cooperazione del Cairo sulla gestione dei flussi migratori irregolari.
L’Accordo Ue-Egitto sui migranti irregolari nel dettaglio
Risultato ottenuto nella missione congiunta dell’Unione Europea che ha visto giungere nella capitale egiziana la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il primo ministro belga e presidente di turno del Consiglio dell’Unione Europea, Alexander De Croo, il cancelliere austriaco, Karl Nehammer, e i primi ministri di Grecia e Cipro, ovvero altri due Paesi interessati dalla rotta migratoria mediterranea, Kyriakos Mitsotakis e Nikos Christodoulidis.
Nelle dichiarazioni congiunte successive al vertice, tenutosi al palazzo presidenziale del Cairo, Von der Leyen, che ha siglato l’intesa insieme al presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi, ha parlato di una relazione di “importanza critica” che con la firma della “Dichiarazione Congiunta per un partenariato strategico e globale” segna una “nuova pietra miliare”.
“Con il peso economico e politico dell’Egitto e la sua collocazione strategica in un’area molto problematica, l’importanza delle nostre relazioni non farà che crescere nel tempo”, ha aggiunto la presidente della Commissione Europea.
Proprio lo scontro tra Hamas e Tel Aviv è stato uno degli argomenti al centro del vertice tra Al Sisi e i sei leader europei. Il presidente egiziano ha evidenziato l’unità tra Ue ed Egitto nel chiedere un cessate il fuoco che consenta di fornire più aiuti umanitari a una popolazione stremata.
“Dobbiamo continuare a profondere sforzi per arrivare alla soluzione della crisi perorando la causa palestinese e la necessità di tornare ai confini del 1967”, ha detto il presidente egiziano. Von der Leyen, da parte sua, ha definito “inaccettabile” la carestia che sta piagando i civili palestinesi e ha espresso forte preoccupazione per le conseguenze dell’offensiva su Rafah annunciata da Israele, da “evitare a ogni costo”.
La premier Meloni, da parte sua, ha ribadito il sostegno dell’Italia a una soluzione a due Stati e lodato il prezioso ruolo del Cairo negli sforzi internazionali “per arrivare a una de-escalation, alla cessazione delle ostilità e al rilascio degli ostaggi”.
Prima del vertice con i leader europei, Al Sisi ha avuto incontri bilaterali con tutti i capi delegazione. Il colloquio con Meloni ha avuto al centro i temi della cooperazione nel settore agricolo e la crisi in Medio Oriente.
Italia ed Egitto hanno quindi siglato “oltre dieci memorandum d’intesa in diversi settori”, che vanno “dall’agricoltura sostenibile al sostegno finanziario alle piccole e medie imprese, dal sostegno allo sviluppo infrastrutturale alla sanità”, in particolare con l’assistenza congiunta ai civili palestinesi feriti.
Al Sisi ha sottolineato lo “stimato ruolo” del presidente del Consiglio e del premier greco, Kyriakos Mitsotakis, nel “far avanzare e rafforzare le relazioni egiziano-europee, sia a livello bilaterale che attraverso i meccanismi istituzionali dell’Unione Europea”.
Sul caso Regeni, la premier ha affermato che l’Italia cercherà di ottenere qualcosa di più per andare avanti sul fronte della legalità e della giustizia: “L’Italia pone tendenzialmente sempre questa questione, c’è un processo in corso in Italia e il lavoro che stiamo facendo non cambia la nostra posizione in materia“, ha chiarito.
Poi una replica alle critiche alla missione espresse dalla segretaria del Pd, Elly Schlein: “Ho letto che ha detto che è una vergogna che mezza Europa venga in Egitto per cercare di fermare l’immigrazione irregolare. Capisco che per loro sia vergognoso ma se avessi voluto mettere in piedi il programma del Pd mi sarei candidata col Pd, invece mi sono candidata contro il Pd perché non sono d’accordo con loro”.
Per quanto concerne il capitolo Ucraina Meloni si è detta pienamente d’accordo con l’appello alla pace del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma ha avvertito che proseguire con il sostegno militare a Kiev significa lavorare per la pace, per non far prevalere la logica del “chi invade qualcuno la fa franca”: “Ciò non toglie”, ha concluso, “che bisogna lavorare con i partner internazionali per trovare delle soluzioni di pace, in Medio Oriente come in Ucraina”.