Accordo Ue-Egitto sui migranti: ecco cosa prevede

La presidente del Consiglio si è detta “orgogliosa” per il ruolo dell’Italia nell’accordo Ue-Egitto: piano di aiuti di 7,4 miliardi di euro

Sette miliardi e 400 milioni di Euro: questo è il pacchetto di aiuti offerto nella dichiarazione congiunta che pone le basi per un partenariato strategico tra Ue ed Egitto, con l’obiettivo di ottenere la cooperazione del Cairo sulla gestione dei flussi migratori irregolari.

L’Accordo Ue-Egitto sui migranti irregolari nel dettaglio

Risultato ottenuto nella missione congiunta dell’Unione Europea che ha visto giungere nella capitale egiziana la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il primo ministro belga e presidente di turno del Consiglio dell’Unione Europea, Alexander De Croo, il cancelliere austriaco, Karl Nehammer, e i primi ministri di Grecia e Cipro, ovvero altri due Paesi interessati dalla rotta migratoria mediterranea, Kyriakos Mitsotakis e Nikos Christodoulidis.

Accordo Ue-Egitto, ecco com'è andata
Accordo Ue-Egitto, ecco com’è andata – Filippo Attili/ Chigi – Newsby.it

 

“L’Egitto ha sempre attribuito particolare importanza alle relazioni che intrattiene con l’Unione europea e i suoi membri”, ha affermato Al Sisi, sottolineando la sua “ferma convinzione della centralità del partenariato con l’Ue”.
La premier Meloni ha parlato di giornata storica, rivendicando il ruolo dell’Italia nel lancio di un “nuovo modello per affrontare alla radice la questione dei flussi migratori irregolari” che “ha fatto scuola”.
“Oggi l’Europa ha cambiato passo e sono fiera di questo perché era quello che volevo fare”, ha aggiunto Meloni, “dimostra che quando ti presenti con delle posizioni sostenibili, pragmatiche, serie è possibile che gli altri ascoltino”.
Il piano proposto da Bruxelles include, nel dettaglio, 5 miliardi in prestiti, 1,8 miliardi di investimenti aggiuntivi nel quadro del piano per il Corridoio Meridionale e 600 milioni in concessioni, tra cui 200 milioni per la gestione dei flussi migratori.
L’Egitto, che sta attraversando una profonda crisi economica segnata da un debito estero salito a 164,7 miliardi di dollari e a una inflazione in forte crescita, ospita al momento 9 milioni di rifugiati, tra cui 1,5 milioni di siriani e 4 milioni di sudanesi.
In questo periodo storico l’Egitto si trova stretto da conflitti a ogni confine: a Ovest il perenne caos libico, a Sud la guerra civile tra esercito regolare e paramilitari che da un anno strazia il Sudan e a Est l’invasione israeliana di Gaza, con un milione e mezzo di profughi ammassati alla frontiera di Rafah in piena emergenza umanitaria.

La premier Meloni, da parte sua, ha ribadito il sostegno dell’Italia a una soluzione a due Stati e lodato il prezioso ruolo del Cairo negli sforzi internazionali “per arrivare a una de-escalation, alla cessazione delle ostilità e al rilascio degli ostaggi”.

Prima del vertice con i leader europei, Al Sisi ha avuto incontri bilaterali con tutti i capi delegazione. Il colloquio con Meloni ha avuto al centro i temi della cooperazione nel settore agricolo e la crisi in Medio Oriente.

Italia ed Egitto hanno quindi siglato “oltre dieci memorandum d’intesa in diversi settori”, che vanno “dall’agricoltura sostenibile al sostegno finanziario alle piccole e medie imprese, dal sostegno allo sviluppo infrastrutturale alla sanità”, in particolare con l’assistenza congiunta ai civili palestinesi feriti.

Sul caso Regeni, la premier ha affermato che l’Italia cercherà di ottenere qualcosa di più per andare avanti sul fronte della legalità e della giustizia“L’Italia pone tendenzialmente sempre questa questione, c’è un processo in corso in Italia e il lavoro che stiamo facendo non cambia la nostra posizione in materia“, ha chiarito.

Poi una replica alle critiche alla missione espresse dalla segretaria del Pd, Elly Schlein: “Ho letto che ha detto che è una vergogna che mezza Europa venga in Egitto per cercare di fermare l’immigrazione irregolare. Capisco che per loro sia vergognoso ma se avessi voluto mettere in piedi il programma del Pd mi sarei candidata col Pd, invece mi sono candidata contro il Pd perché non sono d’accordo con loro”.

Per quanto concerne il capitolo Ucraina Meloni si è detta pienamente d’accordo con l’appello alla pace del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma ha avvertito che proseguire con il sostegno militare a Kiev significa lavorare per la pace, per non far prevalere la logica del “chi invade qualcuno la fa franca”: “Ciò non toglie”, ha concluso, “che bisogna lavorare con i partner internazionali per trovare delle soluzioni di pace, in Medio Oriente come in Ucraina”.

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