La decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di abolire la sentenza del 1973 che aveva legalizzato l’aborto negli Stati Uniti ha generato innumerevoli polemiche. Il fatto che ora i singoli stati saranno liberi di applicare le loro leggi sull’interruzione di gravidanza desta parecchia preoccupazione, soprattutto tra chi vive nelle aree più conservatrici degli Usa. Per provare a calmare un po’ le acque, Antony Blinken, il segretario di Stato, ha dichiarato che “l’accesso ai servizi di salute riproduttiva sarà garantito”.
Diritto all’aborto, la posizione di Blinken
“Voglio essere chiaro: sotto questa Amministrazione, il Dipartimento di Stato resterà pienamente impegnato ad aiutare a garantire l’accesso ai servizi di salute riproduttiva e a promuovere i diritti riproduttivi”, non solo negli Stati Uniti, “ma in tutto il mondo”, ha sottolineato Blinken. “E questo Dipartimento farà tutto il possibile per garantire che tutti i dipendenti abbiamo accesso ai servizi di salute riproduttiva, ovunque vivano. Non esiteremo su questo impegno”, ha aggiunto. “Da segretario di Stato, solitamente evito di commentare le sentenze della Corte Suprema. Ma la decisione che ribalta la sentenza ‘Roe vs Wade’ ha sollevato interrogativi e timori comprensibili nel mondo e tra il nostro organico”.
Biden: “Il governo aiuterà le donne che non potranno abortire nel loro stato”
Anche Joe Biden, il presidente degli Stati Uniti, ha preso le distanze dalla sentenza sull’aborto, definendola “il compimento di un’ideologia estrema e un tragico errore della Corte Suprema”. L’inquilino della Casa Bianca ha dichiarato che “l’unico modo per difendere i diritti delle donne” in tema di interruzioni di gravidanza è garantire, tramite il Congresso, il ripristino delle tutele previste dalla sentenza “Roe vs Wade”, che dovrebbero essere incluse in una legge federale. Biden ha poi sottolineato che il governo tutelerà le donne impossibilitate ad abortire nel proprio stato, favorendo il loro spostamento in un altro. È sua intenzione dare indicazione al dipartimento della Salute di rendere disponibili “nella misura più ampia possibile” i medicinali necessari per l’interruzione di gravidanza farmacologica.