L’istituto per lo studio della guerra si interroga su quanto possano influire gli aiuti americani nel conflitto che hanno fatto infuriare Mosca
Secondo l’istituto per lo studio della guerra (Isw), l’Ucraina riuscirà a limitare la portata degli attacchi russo nel conflitto in atto se gli aiuti da parte degli Stati Uniti arriveranno rapidamente. Il think tank americano ha precisato che la prevista nuova offensiva di Mosca nei mesi estivi possa quindi possa non essere determinante se a Kiev arriveranno gi aiuti militari che gli Usa dovrebbero garantire. Il tema principale è che, ovviamente, il materiale bellico non potrà arrivare sui campi di battaglia in maniera immediata, garantendo così un certo vantaggio alla Russia, che secondo l’Isw avrà quindi tempo di avanzare in questo lasso di tempo.
Uno scenario che apre a diverse ipotesi, una delle quali comprende l’intensificarsi degli attacchi da parte di Mosca, proprio in questo periodo in cui l’Ucraina dovrà attendere i rifornimenti americani. Proprio per questo sembra che la Russia stia preparando la mobilitazione di 300mila soldati entro il primo giugno. Il capo dell’intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov in un’intervista alla Bbc ha infatti definito questo momento della guerra come una situazione “difficile ma non catastrofica”. È comunque vero che dall’inizio della guerra nel 2022, quello che le truppe ucraine si apprestano ad affrontare è uno dei periodi più complicati, tra il ritardo nella consegna dell’armamento Usa e la mobilitazione del Cremlino.
Quanto ci metteranno le armi Usa ad arrivare in Ucraina
Ma quindi quanto dovrà aspettare l’esercito ucraino per poter avere le nuove armi? Secondo il il Washington Post meno di una settimana, ovvero a conclusione definitiva dell’iter al Congresso, con il Pentagono che ha già preparato tutto in attesa dell’ufficiale via libero definitivo.
Zelensky: “Con le armi dagli Stati Uniti vedo una possibilità di vittoria”
Una prospettiva che il presidente Zelensky vede come “una possibilità di vittoria Penso che questo sostegno aiuterà davvero le forze armate dell’Ucraina”, ha spiegato alla Nbc. “E avremo la possibilità di vincere se l’Ucraina otterrà davvero i sistemi d’arma di cui abbiamo tanto bisogno. Alcuni sistemi davvero cruciali che sono difficili da ottenere”, ha aggiunto nell’intervista dove poi ha precisato l’importanza dei missili a lungo raggio: “Ne abbiamo bisogno, ci servono per non perdere uomini al fronte. Abbiamo vittime perché non possiamo colpire sufficientemente lontano, le nostre armi non sono in grado di arrivare così lontano. Abbiamo bisogno di queste armi e dei sistemi di difesa aerea, queste sono le priorità. Tutto o quasi dipende da quando avremo le armi a disposizione sul campo. Ora abbiamo la possibilità di stabilizzare la situazione e prendere l’iniziativa, ecco perché ci servono queste armi”, ha concluso Zelensky.
La rabbia del Cremlino: “Gli Stati Uniti dovranno rispondere delle loro scelte”
Se da parte ucraina c’è soddisfazione, per il, probabile, arrivo delle armi in una settimana, da Mosca il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, ha affermato che gli aiuti di Washington “rovineranno ulteriormente l’Ucraina, causando la morte di altri ucraini per colpa del regime di Kiev. Fondamentalmente, non cambierà la situazione sul campo di battaglia. Naturalmente, i soldi stanziati e le armi che verranno fornite con questi soldi porteranno solo a nuove vittime tra gli ucraini, moriranno altri ucraini, l’Ucraina subirà grandi perdite”, ha detto Peskov. Non solo i finanziamenti per l’Ucraina hanno fatto arrabbiare la Russia, con la Camera Usa che ha approvato anche disposizioni per il riutilizzo dei beni russi congelati negli Stati Uniti e l’uso del denaro a favore di Kiev. Per questo Peskov ha dichiarato che gli Stati Uniti “dovranno risponderne” affermando che la Russia lo farà nel modo che “meglio si adatta ai nostri interessi”.
Medvedev: “Questi aiuti porteranno solo altri ucraini alla morire”
Se le parole di Petrov non sono certe lusinghiere nei confronti degli Stati Uniti, a mettere ulteriore carico ci pensa l’ex presidente della Federazione Dmitry Medvedev, oggi vicepresidente del Consiglio di sicurezza. “Vinceremo nonostante i 61 miliardi di dollari insanguinati che andranno a ingrassare l’insaziabile complesso dell’industria militare americana. La forza e la verità sono dalla nostra parte”. Medvedev ha poi dichiarato che gli aiuti americani previsti a Kiev “’non cambieranno la situazione sul campo di battaglia, ma aumenteranno il numero di ucraini morti. Fondamentalmente, non cambierà la situazione sul campo di battaglia. Naturalmente, i soldi stanziati e le armi che verranno fornite con questi soldi porteranno solo a nuove vittime tra gli ucraini, moriranno altri ucraini, l’Ucraina subirà grandi perdite”, ha detto Peskov ai giornalisti.
In che cosa consiste l’Ukraine Security Supplemental Appropriations Act?
Ma cosa è stato deciso sabato scorso presso la Camera dei Rappresentanti? A Washington si è infatti votato l’Ukraine Security Supplemental Appropriations Act, ovvero la legge che prevede aiuti all’Ucraina per più di 60 miliardi di dollari. Un provvedimento che la camera ha approvato con 311 a favore, contro i 112 che hanno respinto la proposta.
Nello specifico l’Ukraine Security Supplemental Appropriations Act, prevede il finanziamento di 14 miliardi di dollari che permetteranno a Kiev di acquistare armi e sistemi di difesa, 23 miliardi per rifornire hangar e magazzini degli Stati Uniti in vista del trasferimento di mezzi armati a Kiev, 11 miliardi per garantire denaro alle operazioni militari americani nella regione, con la possibilità di dare sostegno alle capacità militari ucraine e alla collaborazione a livello di intelligence tra Kiev e Washington. Infine saranno circa 8 miliardi, saranno utilizzati per assistenza in ambito non militare: le risorse, ad esempio, consentiranno al governo ucraino di continuare a operare e permetteranno di pagare stipendi e pensioni.
Come si può appurare dai numeri della votazione, non tutti erano favorevoli alla legge. Contrario, almeno inizialmente, anche il presidente repubblicano alla camera Mike Johnson, che avrebbe cambiato opinione per “non ritrovarsi dalla parte sbagliata della storia”, con Donald Trump che non ha posto il veto per un voto a favore dell’esponente del partito guidato del tycoon. Per attendere l’ufficialità dell’invio degli aiuti bisognerà quindi attendere che i senato confermi il voto della camera, un’operazione che, almeno in linea teorica, dovrebbe essere una formalità. Così come l’ultimo atto per far sì che la legge diventi applicabile, ovvero la firma del presidente Joe Biden, che continua nella difficilissima operazione di mediazione tra i diversi fronti di guerra che sconvolgono il mondo in questo momento.