In un’Italia sempre più stretta nella morsa del caldo torrido, soprattutto al Centro e al Sud, negli ultimi giorni ci sono anche regioni che se la sono dovuta vedere con forti temporali, precipitazioni violente e persino con il downburst.
Sono le regioni del Nord Italia, colpite da perturbazioni che hanno creato disagi e paura, soprattutto a causa dei forti venti.
Proprio ciò che contraddistingue il fenomeno del downburst, un termine non sempre noto a tutti e che, per questo, cercheremo di conoscere meglio insieme.
Raffiche di vento a oltre 200 km/h: cos’è il downburst?
Nelle scorse ore sull’area dolomitica veneta, così come in Trentino Alto-Adige e in Friuli-Venezia Giulia si sono abbattute fortissime raffiche di vento, con una velocità di oltre 100 km/h.
Folate d’aria che hanno finito col provocare danni e la cui pericolosità non è affatto da sottovalutare.
Si tratta del downburst, termine inglese che indica quel fenomeno atmosferico contraddistinto dalla presenza di forti raffiche di vento discensionali e con moto orizzontale, in uscita dal fronte avanzante del temporale.
Folate che possono superare anche i 200 km/h e che si manifestano tipicamente nell’area subtropicale, sebbene ormai siano sempre più frequenti anche nella zona mediterranea (a dimostrazione del cambiamento climatico), soprattutto in presenza di temporali violenti, come spiegato dagli esperti meteorologi di GEA ETS.
Il downburst si forma, infatti, proprio durante un temporale, quando una forte corrente discensionale – detta downdraft – si schianta violentemente al suolo, provocando una specie di scoppio (il cosiddetto burst).
L’accelerazione può essere dovuta anche alla presenza di pioggia e grandine e porta l’aria a espandersi orizzontalmente al suolo, a una velocità variabile. È così che si creano delle raffiche di vento molto potenti.
Mentre l’aria calda sale verso il cielo, quella fredda che si trova più in alto, in un cumulonembo, inizia a scendere contemporaneamente verso il suolo, fino a impattarlo violentemente.
Da qui nasce la sensazione di scoppio, la quale si propaga poi nell’aria per mezzo di venti violentissimi il cui moto è parallelo al terreno.
Una direzione che aiuta a capire come il fenomeno del downburst non debba essere confuso con quello rappresentato da un tornado o da una tromba d’aria, in cui il movimento del vento è circolare.
Le raffiche tipiche del downburst sono improvvise e pericolose, per via della loro violenza, e spesso si legano a forti grandinate o piogge torrenziali.
Con la loro potenza riescono talvolta a sradicare alberi o a danneggiare ciò che si trova vicino al suolo (come tetti sottili o strutture poco solide), dove queste folate di vento di propagano.
I forti venti tipici del downburst creano, poi, un particolare pericolo anche per gli aerei in fase di decollo o di atterraggio, per via della loro natura poco prevedibile.
Per questo, è sempre opportuno prestare la giusta attenzione a questo fenomeno atmosferico, ormai sempre più presente nel Mediterraneo e in Italia, in occasione di temporali.
Sebbene non sia da paragonare o confondere con una tromba d’aria o un tornado, la sua violenza può sicuramente provocare danni importanti a vegetazione, oggetti e persone. Analogamente a quanto accade per gli altri due fenomeni atmosferici citati.