Il vino della settimana, Pettinella Montepulciano d’Abruzzo Doc 2019

Uno dei modi per capire quanto sia difficile, ma allo stesso tempo esaltante, produrre vino di qualità è farsi una chiacchierata con Giuliano Pettinella. Avvocato maceratese, di origini abruzzesi, a braccetto con Francesca D’Adda, compagna di vita e di vigna, ha fissato dei nuovi canoni di riferimento per il rosato prodotto da montepulciano, già con la prima uscita del suo Tauma (in greco: gemello) con la vendemmia 2010.

Tauma, un vino ricco di sfumature

Un vino dalla natura duale, leggerezza da rosato e autorevolezza da rosso, e ricco di sfumature, e che nel nome porta il ricordo delle due vigne di provenienza delle uve, curiosamente “gemelle” per numero di viti al tempo degli inizi del progetto: 400 a cordone speronato a Silvi Marina (Teramo) e 400 a pergola abruzzese a Tocco da Casauria (Pescara). Gemelle anche le figlie, Giulia e Sofia, anche loro annata 2010, che hanno iniziato a respirare i profumi del mosto in fermentazione nella cantina sotto il casale di Silvi Marina, nelle trasferte familiari lontano da Macerata ai tempi della vendemmia; una cantina che nelle intenzioni verrà “gemellata” appena possibile ad un’altra a Tocco da Casauria.

Un progetto intimo e personale, condotto in semplicità e con poche braccia -in questo caso si potrebbe dire “rubate all’avvocatura”- ma che ha assunto un rilevante ruolo nella viticoltura abruzzese per l’ispirata espressione dei prodotti che ne sono venuti fuori.

Dopo il Tauma, ecco il Montepulciano d’Abruzzo di Pettinella

Accanto al Tauma – spesso annoverato tra i migliori rosati italiani dalla critica di settore – arriva ora il Montepulciano d’Abruzzo di Pettinella. Prima annata prodotta: 2019. In una situazione di mercato stagnante sia per volumi, sia per novità, Giuliano e Francesca hanno deciso di proporre l’esito della vinificazione delle uve di una piccola vigna, piantata a Tocco da Casauria nel 2015, utilizzando un clone di montepulciano isolato in zona, con ceppi allevati scegliendo la forma di allevamento ad alberello (per i cultori di conduzione agronomica della vigna segnaliamo che le viti non hanno un tutore singolo per ogni pianta ma l’impalcatura è quella tipica del vigneto a spalliera, con pali ogni sei metri e tre coppie di fili per contenere la vegetazione).

Il Montepulciano d’Abruzzo 2019 di Giuliano Pettinella è un’ipotesi di “montepulciano di montagna”. La posizione della vigna – siamo alle pendici del Monte Morrone e della Maiella, a circa 400 metri di altitudine – e la mano leggera in vinificazione garantiscono al vino freschezza, disponibilità e rilassatezza. Lavorazione essenziale: prima in acciaio, con fermentazione fatta partire spontaneamente e senza controllo di temperatura; macerazione di 12 giorni; svinatura e travaso in contenitori di legno usato in cui il vino ha riposato per dieci mesi prima dell’imbottigliamento.

Profumi fruttati, definiti e golosi, sono complici della piacevolezza dell’olfatto, accanto a refoli campestri e balsamici di humus e rosmarino, mentre del sorso si apprezza la capacità di imporre il corredo aromatico in un contesto equilibrato e continuo. Qualche minuto d’aria libera il Montepulciano d’Abruzzo di Pettinella dalle impuntature selvatiche e dalle ridondanze estrattive tipiche del vitigno, imponendolo come riferimento stilistico per la denominazione.

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