L’ora legale torna anche quest’anno. Nella notte tra sabato 26 e domenica 27 marzo, alle due del mattino, le lancette dell’orologio verranno spostate avanti di un’ora. Tutto questo significherà un’ora di sonno in meno. Ma anche molta luce in più la sera. Nonostante il Parlamento dell’Ue avesse approvato la proposta di abolizione del passaggio stagionale all’ora estiva a partire dal 2021, nulla al momento cambierà nel nostro Paese. L’Italia aveva infatti depositato a Bruxelles una richiesta formale per conservare il doppio orario. Da fine marzo a fine ottobre l’ora estiva sarà quindi in vigore nelle forme che conosciamo dal 1966.
L’orario estivo ci accompagnerà fino al prossimo 30 ottobre, quando riporteremo indietro le lancette e torneremo all’ora solare. Il fatto di godere di un’ora al giorno di luce naturale in più consente risparmi energetici che nel nostro Paese sono rilevanti. Terna, il gestore della rete elettrica nazionale, ha reso noto che lo scorso anno, nei sette mesi di ora legale, l’Italia ha risparmiato complessivamente 400 milioni di kilowattora di elettricità. Pari al consumo medio annuo di circa 150mila famiglie. Con un beneficio economico di 66 milioni di euro e con 205mila tonnellate di Co2 in meno immesse in atmosfera.
La posizione dell’Europa sull’ora legale
L’abolizione dell’obbligo all’ora legale è stata richiesta in sede europea da alcuni Paesi, in considerazione di alcuni studi che sottolineavano i disagi provocati dal cambio di orario provocava sull’organismo a fronte di vantaggi tutto sommato di poco peso. A favore dell’abolizione dell’ora legale si sono schierati i Paesi dell’Europa settentrionale, con Finlandia e Polonia in prima fila. La loro posizione geografica, più vicina al Circolo Polare, regala comunque giornate estive lunghissime e un breve intervallo di buio. Il risparmio sulla bolletta elettrica in questi casi è irrisorio e, in effetti, non giustifica il sia pur minimo sforzo di adattamento richiesto dal cambio di “fuso orario”.
L’ora legale invece è molto vantaggiosa per i Paesi mediterranei, tra cui l’Italia. In ogni caso, il Parlamento Europeo ha abolito l’obbligo di passare dall’ora estiva e quella invernale, lasciando ai singoli Stati la facoltà di decidere quale orario adottare. Ma con la raccomandazione di armonizzare il più possibile le scelte per evitare un’Europa con orari a macchia di leopardo. Tuttavia la questione deve essere decisa in maniera definitiva dal Consiglio Europeo. E, al suo interno, gli Stati sono divisi.
L’Italia con il governo Conte 2 nel novembre del 2019 ha depositato a Bruxelles una richiesta formale per mantenere intatta la situazione attuale. Dato che al documento non sono state apportate modifiche, il cambio di orario due volte all’anno resta invariato. L’Italia, come tutti i 27 Paesi europei, dovrà comunque a breve decidere se abolire per sempre l’ora legale o quella solare. Oppure lasciare le cose come stanno. Si manterrebbe quindi il doppio orario.
La rivoluzione degli Stati Uniti
Nel frattempo, lo scorso 15 marzo, il Senato degli Stati Uniti d’America ha approvato una proposta di legge che prevede di rendere l’ora legale permanente a partire dal novembre 2023. Il senatore Repubblicano Marco Rubio, tra i firmatari della legge, ha commentato l’approvazione del Senato. “So che questa non è la questione più importante che deve affrontare l’America ora. Ma è una di quelle questioni in cui c’è un vasto consenso”. La legge per entrare in vigore dovrà essere approvata anche dalla Camera e in seguito firmata dal presidente Joe Biden, che finora non ha espresso un’opinione al riguardo.
Della possibilità di utilizzare solo un orario nel corso dell’anno e non cambiare ogni sei mesi si discute da tempo. Sia l’ora legale che quella solare, ovvero quella invernale, sono convenzioni che nel corso degli anni sono state adottate per venire incontro ai bisogni dei vari paesi. Come detto, per ragioni geografiche ci sono Paesi dove l’ora legale è più conveniente. Come gli stati del Sud Europa, che si trovano a circa metà strada fra Polo Nord ed Equatore.
Qua la durata delle giornate non varia moltissimo fra estate e inverno e lo spostamento in avanti di un’ora, quindi, rende sì le giornate più lunghe, ma non in modo tale da avere luce a tarda sera. Nei paesi del Nord Europa, invece, le giornate estive sono di per sé molto dilatate, visto che si trovano più vicini al Polo Nord. In questi contesti, l’ora legale accentua un fenomeno già presente.