Una data che dal 1911 più di un secolo fa ormai, celebra i risultati sociali, economici, culturali e politici ottenuti dalle donne
Oggi è l’8 marzo e si festeggia la Giornata internazionale della donna. Una data che dal 1911 più di un secolo fa ormai, celebra i risultati sociali, economici, culturali e politici ottenuti dalle donne. In questa del 2024 la richiesta è quella di accelerare il processo verso parità e inclusione di genere, supportando la lotta collettiva contro le discriminazioni. Per raggiungere questo traguardo diventa fondamentale denunciare la mancanza di uguaglianza, celebrando i risultati ottenuti dalle donne, compresa la loro maggiore visibilità. L’origine di questa Giornata è ormai storica.
Si fa risalire questa festa alla commemorazione delle oltre cento operaie – e operai -, morte il 25 marzo del 1911 nel rogo dell’edificio newyorchese della Triangle Waist Company, in cui lavoravano in condizioni terribili. Invece, altre versioni collegano l’origine della festa a uno sciopero di lavoratrici tessili, brutalmente represso a New York l’8 marzo del 1857. O ancora alla rivolta pacifista delle operaie di Pietrogrado, l’8 marzo 1917. Nel 1909, invece, il Partito socialista americano organizzò in ogni sua sezione una manifestazione a favore delle lotte femminili: la prima e ufficiale giornata della donna fu celebrata il 23 febbraio 1909.
Il simbolo della mimosa
Il simbolo, è ormai noto a tutti, è quello della mimosa. Ha un significato importante: fu scelto negli anni ’50 al posto della costosa violetta da due donne femministe dell’Udi, Unione donne d’Italia: Rita Montagnana, antifascista, e Teresa Mattei, comunista. Fu scelto per esprimere luminosità ed energia delle donne ma anche perché “facile da trovare nelle campagne ed è anche il fiore che i partigiani regalavano alle staffette”. Molte le iniziative dell’8 marzo. In primis, il Ministero della Cultura ha previsto l’ingresso gratuito per tutte le donne nei musei statali. Mentre torna al cinema, in 150 sale, il film “C’è Ancora Domani” di Paola Cortellesi, dedicato alla prima volta che le donne hanno potuto votare in Italia, il 2 giugno 1946 nel referendum Monarchia-Repubblica.
Il ruolo delle donne nella Costituente
Le donne hanno sempre avuto un ruolo di primissimo piano nella nostra società, ma non hanno mai avuto i giusti meriti. Sono sempre state decisive, come nella Costituente. Alla fine della Seconda Guerra mondiale, le donne che hanno partecipato alla Resistenza chiedono di poter partecipare alla rinascita politica della nazione. Ottengono così il diritto di farsi eleggere, al pari degli uomini. Nel 1946, 21 donne vengono elette nell’Assemblea costituente, e tra loro anche quattro deputate che entrano a far parte della Commissione dei 75, incaricata di redigere la nuova costituzione.
Col contributo delle donne presenti all’Assemblea Costituente viene formalmente sancito nella Costituzione il principio di uguaglianza tra i sessi. È solo la prima tappa verso la parità. Importante l’articolo 3, che riconosce pari diritti e doveri a uomini e donne. Si tratta di un principio che ha contribuito alla rapida trasformazione della società italiana, dando alle donne la possibilità di accedere senza limiti agli uffici pubblici. Si è parlato di Resistenza: le donne hanno avuto un ruolo fondamentale anche in quegli anni, ma già in occasione dei grandi festeggiamenti per la liberazione, il 25 aprile 1945, si è assistito a un chiaro tentativo di minimizzare il loro ruolo.
Le date simbolo
Molte le date fondamentali, da non dimenticare. Vediamo quali:
1893 – La Nuova Zelanda concede il diritto di voto alle donne. È il primo Stato al mondo.
1910 – A Copenaghen, nella Conferenza Internazionale delle donne Socialiste, le delegate decidono di istituire una giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne (26-27 agosto)
1914 – In Germania si celebra il “Frauen Tag”: le donne chiedendo il diritto di voto (8 marzo)
1917 – A Pietrogrado (che oggi è conosciuta come San Pietroburgo) le donne scendono in strada chiedendo la fine della guerra e dello zarismo. La manifestazione dà di fatto inizio alla cosiddetta “Rivoluzione di febbraio”
1921 – A Mosca viene definita la “Giornata internazionale dell’operaia”. È l’8 marzo
1922 – Viene celebrata per la prima volta in Italia la “Giornata internazionale della donna”. È un’iniziativa del neonato Partito Comunista Italiano (12 marzo)
1946 – In Italia le donne esercitano per la prima volta il diritto di voto (concessogli l’anno prima), partecipando al referendum istituzionale e alle elezioni della Costituente (2 giugno)
1972 – A Roma 20mila donne manifestano a Campo de’ Fiori, dando inizio agli anni caldi del femminismo italiano (8 marzo)
1976 – Tina Anselmi nominata Ministro del Lavoro e della Previdenza sociale. È la prima donna a ricoprire la carica di Ministro (29 luglio)
1977 – Le Nazioni Unite proclamano la giornata internazionale della donna (“Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle donne e la pace internazionale”)