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LIFESTYLE

Donne e famiglia: come l’uguaglianza di genere sta regredendo

Numerosi studi mostrano che nelle relazioni eterosessuali le donne svolgono ancora la maggior parte delle faccende domestiche e dell’assistenza all’infanzia. Molte coppie mirano a dividere le loro responsabilità 50:50. Tuttavia, per vari motivi strutturali e socio-economici, finiscono per assegnare i compiti lungo linee tipicamente di genere. Anche nelle coppie che pensano di aver raggiunto un’equa divisione del lavoro, le cure più nascoste in genere finiscono per ricadere sulla donna.

In effetti, un numero crescente di ricerche indica che, per le responsabilità domestiche, le donne svolgono molto più lavoro cognitivo ed emotivo rispetto agli uomini. Capire perché potrebbe aiutare a spiegare perché l’uguaglianza di genere non solo è in stallo, ma sta tornando indietro, nonostante sia più discussa che mai.

E una comprensione più ampia di questo lavoro dietro le quinte potrebbe aiutare le coppie a ridistribuire il lavoro in modo più equo – qualcosa che, sebbene inizialmente difficile, potrebbe svolgere un ruolo significativo nell’aiutare le madri ad alleggerire il loro carico.

Il lavoro invisibile delle donne

Gli esperti dicono che questo lavoro nascosto rientra in tre categorie sovrapposte. C’è il lavoro cognitivo, che consiste nel pensare a tutti gli elementi pratici delle responsabilità domestiche. Poi c’è il lavoro emotivo, che è mantenere le emozioni della famiglia; calmare le cose se i bambini si comportano male o preoccuparsi di come stanno andando a scuola. Terzo, il carico mentale è l’intersezione dei due: preparare, organizzare e anticipare tutto: un lavoro emotivo e pratico, che deve essere fatto per rendere fluida la quotidianità.

Questo lavoro nascosto è difficile da misurare, perché è invisibile e viene eseguito internamente, rendendo difficile sapere dove inizia e dove finisce.

Da cosa dipende la disparità nel lavoro domestico

Una cosa sorprendente è che questa distribuzione irregolare del lavoro mentale non sembra creare molti conflitti tra i suoi partecipanti. Per molti “è normale” che un uomo si occupi di meno della casa a causa del lavoro e per il fatto che le donne sono caratterialmente più interessate al lato organizzativo. Oppure sono semplicemente più brave a pianificare le cose in anticipo.

Eppure ci sono altre ragioni strutturali per cui le donne continuano ad assumersi più carico mentale. Le donne spesso trovano un modo per lavorare in modo flessibile, mentre i lavori degli uomini sono visti come più rigidi, con carriere tradizionalmente lineari.
Ciò significa che le donne sono più disponibili per l’assistenza all’infanzia, di conseguenza, devono pensarci di più. Tuttavia, il peso della responsabilità non riguarda solo i figli, ma anche l’ambito domestico.

La casa è infatti spesso vista come il dominio di una donna. E per questo, vengono giudicate sulla pulizia più severamente degli uomini. Uno studio ha mostrato che se veniva mostrata una stanza identica affermando che apparteneva a Maria, piuttosto che a Paolo, Maria veniva valutata meno simpatica, meno competente e meno laboriosa. La conclusione? Lo stato in cui versa la casa di una donna è letteralmente legato al suo valore.

Le conseguenze sulle donne del divario di genere

Tuttavia, il fatto che le madri finiscano per assumersi questo carico mentale ha delle conseguenze.

Le madri sono più stressate, più stanche e meno felici dei padri. Una situazione che si riflette anche nell’ambito lavorativo.

Se le donne sono sovraccariche a casa significa che molte sentono di non poter dedicare fisicamente o mentalmente le ore extra richieste da molti luoghi di lavoro, quindi il divario retributivo di genere continua ad ampliarsi. Le donne costituiscono la maggior parte dei lavoratori part-time, ad esempio, e a loro volta hanno meno probabilità di ottenere aumenti di stipendio o promozioni dopo aver avuto figli, rendendo ancora più difficile perseguire lavori di alto livello. Molte sono poi costrette ad abbandonare del tutto il lavoro per dedicarsi alla famiglia.

Come fare per diminuire il divario di genere in casa

Da quando è scoppiata la pandemia, il legame tra l’uguaglianza di genere a casa e la partecipazione alla forza lavoro femminile è stato più che mai sotto i riflettori. Sebbene ci siano molti problemi sistemici in gioco, affrontare il lavoro domestico nascosto all’interno delle coppie potrebbe aiutare ad alleviare il fardello che grava sulle donne. In questo senso, la comunicazione è cruciale.

Per modificare questa situazione, le coppie potrebbero parlare esplicitamente di chi fa cosa. Per favorire nuove abitudini che aiutino a condividere il carico, dobbiamo rendere più visibile l’invisibile.

Se si dichiara esplicitamente quanta pianificazione è coinvolta in ogni aspetto della cura dei bambini e delle faccende domestiche, diventerà più chiaro quanto lavoro nascosto viene svolto.

Fortunatamente non tutte le coppie hanno divisioni di cure ineguali: le coppie dello stesso sesso, ad esempio, hanno una distribuzione molto più equa rispetto alle coppie eterosessuali, in quanto non sono vincolate ai ruoli di genere previsti. Ciò dimostra che il carico può essere chiaramente condiviso quando se ne parla più apertamente.

Se la madre smette di pensare a ciò che deve essere fatto e il padre non anticipa questi bisogni, può inizialmente causare stress ma potrebbe spingere l’uomo ad imparare per la prossima volta.

Nel tempo, fare di meno potrebbe aumentare il coinvolgimento del partner e, a sua volta, liberare più energia mentale per concentrarci su noi stessi. All’inizio, potrebbe essere difficile, ma in seguito potrebbe portare a una maggiore felicità.

Il WeWorld Index dimostra che un’effettiva parità di opportunità tra il genere femminile e quello maschile influenzerebbe positivamente tutta la società. Raggiungere e garantire la parità non è solo la cosa giusta da fare, ma è anche fondamentale per uno sviluppo sostenibile.

 

Giulia Martensini

Classe '89, sono laureata in Giornalismo e Cultura Editoriale e mi occupo da diversi anni di redazione di contenuti per l'online e articoli in ottica SEO. Nata a Brescia, ho vissuto a Parma e Milano con una parentesi di 10 mesi a Salamanca. Lettrice accanita ed ex attivista di Greenpeace Italia, scrivo soprattutto di attualità, sostenibilità e cultura.

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