“Usa-Cina, il silenzio dell’Italia? La Russia serva da lezione”

Dinamiche internazionali che mai come in questo periodo si intersecano con questioni “casalinghe”.
Viaggia su questo asse la nuova puntata di “Pillole di Economia“: la geopolitica internazionale, l’inasprimento del patriot act in salsa cinese con Hong Kong nel mirino, la risposta degli Stati Uniti con la fedele Gran Bretagna e… il silenzio dell’Italia. Colpevole?

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Usa contro Cina, il silenzio dell’Italia ci sta

L’Italia fa bene a non inserirsi in diatribe non sue – dice senza mezzi termini LambertiD’altra parte è dagli anni ’80 che Hong Kong è stata lasciata sola, l’idea che Pechino ora eserciti il proprio potere era da mettere in preventivo”. Già, con buona pace della popolazione dell’ex colonia britannica che da mesi si batte per chiedere maggior libertà democratica: “Non voglio negare i diritti e le ragioni della gente di Hong Kong – chiarisce l’economista – ma l’Italia vive un momento in cui dover pensare a se stessa. D’altra parte abbiamo innanzi agli occhi un altro grande esempio: la Russia. Siamo fra i paesi che più di tutti hanno patito l’inasprimento delle sanzioni nei confronti di Putin, vogliamo pagare ancora le conseguenze di scontri altrui?

Dl Semplificazioni, speranza per un’Italia malata

Anche perché, a Roma, Conte e il suo governo hanno di che pensare, e le questioni interne sono notevolmente intrise di internazionalità.

Il Decreto Semplificazioni, la “madre di tutte le riforme” come ha detto il premier, è al vaglio dell’Esecutivo a suon di bozze e smentite, con la maggioranza alle prese con un compromesso tra le parti che stenta ad arrivare. Conte si augura di chiudere il dossier nei prossimi giorni, così da presentarsi – ed ecco il respiro internazionale – ai banchi del Consiglio Europeo con regole già scritte grazie alle quali poter ambire a cospicui investimenti a fondo perduto.

Difficile poter commentare le bozze che mano a mano emergono – afferma Lamberticerto è che l’idea di superare grandi scogli burocratici presentando un “modello Genova” è condivisibile. Le infiltrazioni mafiose? L’Italia è un paese malato, in cui si crede che regolamenti pieni zeppi di normative possano allontanare il rischio che le mafie ci mettano lo zampino. Non è così: tante volte procedure snelle e semplificate permettono alle persone perbene di muoversi in maniera efficace.
Spesso è il contesto, in questo caso normativo, a muovere i comportamenti degli individui“.

Chissà se nel prossimo decreto legge questo assunto del Prof. Lamberti sarà considerato oppure no.

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