Il 2023 si è aperto con una nuova raffica di rincari con conseguente stangata per le famiglie italiane, stimata in 2.400 euro per l’anno in corso dalle associazioni dei consumatori. Oltre all’aumento dei pedaggi autostradali e del carburante, in tutta Italia scattano i rincari anche nei trasporti pubblici locali, col ritocco al rialzo del prezzo dei biglietti per bus e metro.
Trasporti: il costo del biglietto da Napoli a Milano
Da Napoli a Milano, numerose sono le città italiane in cui peserà maggiormente sulle tasche dei cittadini il costo del trasporto pubblico locale. Secondo quanto rilevato da Assoutenti, a Napoli già da qualche mese il prezzo del biglietto è salito da 1 euro a 1,20; mentre a Milano, a partire dal 9 gennaio, il biglietto avrà un costo maggiorato di 20 centesimi: 2,20. A Parma, invece, il rialzo è di 10 centesimi con il prezzo del biglietto di corsa semplice in crescita a 1,60 euro. Stesso rialzo anche a Foggia, dove da marzo il biglietto semplice costerà 1 euro (+10 cent). Mentre a Ferrara, il costo dei bus passa da 1,30 a 1,50 euro. Infine, a Roma a partire dal prossimo agosto il prezzo subirà un incremento di 50 centesimi (33%): da 1,50 a 2 euro.
Rincari anche sui pedaggi
Stangata anche sulle tasche degli automobilisti. Oltre all’aumento del prezzo dei carburanti, a seguito del venir meno dello sconto sulle accise rimasto in vigore fino al 31 dicembre 2022, anche i pedaggi sulle arterie di competenza di Autostrade per l’Italia dal primo gennaio sono aumentati del 2%, con l’aggiunta di un altro 1,34% dal primo luglio prossimo.
Nello specifico, il base alla rilevazione di Assoutenti, il pedaggio da Roma (Sud) a Milano (Ovest) cresce dai 46,5 euro del 2022 a 47,3 euro, per poi raggiungere 48 euro a luglio, con un aumento di 1,5 euro. Per andare da Napoli (nord) a Milano invece il pedaggio da 58,6 euro cresce a 59,7 euro e da luglio a 60,5 euro. Infine, per andare da Bologna a Taranto il prezzo aumenta da 55,1 euro a 56,1 euro e da luglio crescerà a 56,9 euro.
“Sui trasporti gli italiani andranno incontro ad una vera e propria stangata nel corso del 2023“, ha commentato il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi. “La cosa peggiore è che si tratta di rincari del tutto ingiusti, con i consumatori chiamati a pagare il conto della crisi economica in atto“, ha sottolineato il presidente, spiegando quindi che “la scelta del governo Meloni di non prorogare il taglio delle accise è sbagliata, perché gli aumenti dei listini alla pompa produrranno rincari a cascata per beni e servizi in tutti i settori”.