Taylor Swift: la cantante che smuove davvero l’economia?

Nelle città in cui passa l’Eras Tour di Taylor Swift arrivano decine di migliaia di persone, ma l’impatto sulle entrate locali è stato molto esagerato

La celebrità di Taylor Swift ha un impatto significativo e diversificato: ogni volta che ha una nuova relazione, i media si scatenano; la sua presenza a eventi come il Super Bowl può incrementare notevolmente i ricavi pubblicitari; alcuni politici la considerano capace di ridurre l’astensionismo elettorale; e c’è chi sostiene che i suoi concerti possano addirittura causare “terremoti”.

Da quando il suo ultimo tour, l’Eras Tour, è iniziato a marzo dell’anno scorso, con oltre 150 date in tutto il mondo e due concerti a Milano questo weekend, si è parlato molto della “swiftonomics”, un termine che unisce il suo cognome con “economics” per descrivere l’economia generata dai suoi concerti.

I media hanno riportato diverse stime sull’impatto economico positivo dei suoi concerti sulle città che li ospitano. Centinaia di migliaia di fan, noti come “swifties”, viaggiano, mangiano e pernottano, generando introiti significativi per ristoranti, alberghi e trasporti. Tuttavia, queste stime sono spesso esagerate.

Taylor Swift smuove davvero l’economia mondiale?

È importante distinguere tra i ricavi diretti dell’artista, che non beneficiano le città ospitanti, e gli effetti economici locali, come l’aumento dei consumi e del PIL.

L’Eras Tour è già il tour con più incassi di sempre, avendo superato il miliardo di dollari, battendo il record precedente del Farewell Yellow Brick Road Tour di Elton John.

Taylor Swift: la cantante che smuove davvero l’economia?
Taylor Swift: la cantante che smuove davvero l’economia? – ANSA – Newsby.it

 

Parte dei ricavi del tour va a Swift e alla sua organizzazione, ma una quota significativa viene spesa per le strutture e il personale locale. Per esempio, una parte degli incassi delle date a San Siro coprirà l’affitto dello stadio e i salari degli addetti alle pulizie e alla sicurezza, contribuendo così all’economia locale.

Le stime indicano che l’Eras Tour potrebbe aumentare i consumi di 4,6 miliardi di dollari in Nord America; la banca Barclays ha calcolato un impatto di circa 1 miliardo di sterline nel Regno Unito; il comune di Londra ha stimato una spesa di 300 milioni di sterline per le 700 mila persone che hanno partecipato alle otto date nella città. Swift è anche nota per le sue generose donazioni a organizzazioni benefiche locali.

Uno studio di Confcommercio prevede che i concerti a San Siro genereranno 180 milioni di euro tra ristoranti, alberghi, biglietti e trasporti. I fan spesso spendono anche per abbigliamento e accessori legati ai concerti, aumentando ulteriormente i consumi locali.

Tuttavia Jerome Massiani, economista esperto di impatto economico dei grandi eventi, avverte che le stime sono spesso esagerate. Parte della spesa va a beneficio di aziende non locali e l’effetto sostituzione implica che i soldi spesi per il concerto potrebbero sostituire altre spese locali, rendendo l’impatto complessivo neutro.

L’economia dei grandi eventi è complessa e i benefici per l’economia locale sono spesso temporanei. I concerti, a differenza di eventi come le Olimpiadi, non lasciano infrastrutture durature che influenzano lo sviluppo economico a lungo termine.

La risonanza della “swiftonomics” sembra più legata all’attenzione mediatica sulla cantante che all’effettivo impatto economico dei suoi concerti.

Ad esempio, Confcommercio stima 128.000 partecipanti ai concerti di Swift a San Siro in due giorni; al concerto di Vasco Rossi a Modena Park nel 2017 parteciparono 220.000 persone in una sera, senza che nessuno abbia calcolato l’impatto economico di quell’evento.

Ci sono anche altri aspetti difficilmente quantificabili, come la soddisfazione della popolazione locale e lo sfruttamento delle risorse del territorio, che includono costi per la gestione del traffico e la sicurezza.

Nonostante ciò, i grandi eventi possono comunque generare benefici economici indiretti, come l’aumento delle tasse di soggiorno e dell’IVA sui consumi aggiuntivi.

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