Superbonus, i dati preoccupanti di Federcontribuenti: 11 mila imprese chiuse

Superbonus, i dati preoccupanti di Federcontribuenti: 11 mila imprese chiuse

Il panorama economico e sociale italiano si trova di fronte a una sfida senza precedenti legata alla gestione e alle conseguenze del Superbonus 110%. Questa iniziativa, lanciata dal governo con l’intento di stimolare la riqualificazione energetica degli edifici, sta mostrando i suoi lati oscuri, tra cui un impatto devastante sul tessuto imprenditoriale nazionale.

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Federcontribuenti, i dati vedono molte imprese chiuse (Foto Ansa) newsby.it

A distanza di mesi dall’entrata in vigore del Superbonus, il bilancio appare tutt’altro che positivo. Secondo quanto riportato da Federcontribuenti, l’iniziativa governativa naviga in una “nebbia” per quanto riguarda i veri costi economici e sociali. L’organizzazione sottolinea come quasi 11 mila imprese edili abbiano già cessato la loro attività a causa delle incertezze e delle continue modifiche normative che hanno caratterizzato questo strumento di incentivazione.

Le vittime del cambiamento normativo

La stretta del governo sui controlli e sulla regolamentazione del Superbonus è stata interpretata da molti come un tentativo necessario per salvaguardare i conti pubblici. Tuttavia, questa azione ha avuto ripercussioni significative sulle dinamiche operative delle imprese coinvolte nei lavori di riqualificazione energetica. Marco Paccagnella e Flavio Zanarella, rispettivamente Presidente e Segretario Generale di Federcontribuenti, evidenziano come le continue modifiche alla normativa abbiano generato confusione tra famiglie e imprese, bloccando numerosissimi interventidi riqualificazione già avviati.

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Difficoltà anche per molti lavoratori – newsby.it

Oltre al danno economico subito dalle imprese costrette alla chiusura, vi è un importante aspetto sociale da considerare. Moltissimi lavoratori hanno perso il loro impiego a causa della crisi innescata dalle difficoltà legate al Superbonus. Questo ha comportato un aumento dei richiedenti sussidi come la Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego), gravando ulteriormente sulle finanze pubbliche – o meglio sui contribuenti italiani – che si trovano a dover sopportare il peso dei fallimenti aziendali indotti dall’iniziativa governativa.

Non sono solo le imprese costruttrici a risentire degli effetti negativi del rallentamento imposto dal governo,  anche i beneficiari delle detrazioni fiscali previste dal Superbonus si trovano in una situazione difficile. Moltissimi cittadini avevano avviato gli interventi di riqualificazione nel rispetto dei termini e condizioni previsti originariamente dalla legge (con scadenza al 30 marzo 2024), ma si sono ritrovati impossibilitati a procedere con le spese necessarie per raggiungere la percentuale minima di avanzamento dei lavori richiesta dalle nuove disposizioni.

L’iniziativa del Superbonus ha portato alla luce criticità non trascurabili che interessano diversi aspetti della società italiana: dall’economia alle dinamiche sociali fino all’ambiente legislativo. È fondamentale che il governo prenda atto di queste problematiche per rivedere le proprie strategie, in modo da supportare efficacemente sia il settore edile sia i cittadini impegnati nella transizione energetica degli immobili.

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