Continuano ad esserci grossi problemi all’interno dell’Europa a proposito delle sanzioni alla Russia. In particolare per quanto riguarda il taglio totale delle importazioni di gas. Lo dimostra quanto sta avvenendo in Germania, con la conferma che chiudere completamente i rapporti con Mosca non è praticabile.
Per dimostrarlo arriva una nota congiunta contro l’embargo sul gas della Russia in Germania. A firmarla sono Bda, associazione degli industriali tedeschi, e Dgb, associazione dei sindacati del Paese. A dimostrazione di come tutte le parti sociali concordino sul punto. Proviamo quindi a capire perché la situazione sia questa.
Russia e gas: perché il no della Germania all’embargo è così totale
Imprenditori e lavoratori della Germania contestano una sanzione così severa verso la Russia per un motivo ben preciso. La loro impressione, infatti, è che l’embargo totale possa in ultima analisi provocare più danni all’economia dell’Europa che a quella della Russia. Una conclusione, peraltro, cui sono giunti già altri analisti in queste settimane.
“Un immediato embargo sul gas comporterà perdite di produzione, arresti della produzione, ulteriore deindustrializzazione e continue perdite di posti di lavoro“, spiegano i presidenti di Bda e Dgb. Il Governo della Germania aveva già sottolineato di concordare con questa visione. Il portavoce Wolfgang Buechner è stato chiaro sul no all’embargo completo nei confronti della Russia. Il cancelliere Olaf Scholz, invece, ha parlato di una strategia di riduzione graduale delle forniture già in corso.
L’esigenza di inasprire ulteriormente le sanzioni verso la Russia è cresciuta esponenzialmente dopo i fatti del massacro di Bucha. Proprio per questo l’obiettivo è di colpire in maniera ancora più severa il Cremlino e i suoi interessi economici. “Come Unione europea dobbiamo fare di più per fermare questa guerra e queste atrocità. Pertanto stiamo mettendo a punto il prossimo pacchetto di sanzioni“, ha spiegato a inizio aprile Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea. Chiara fu la replica del ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner. “Sosterremo ulteriori sanzioni, e vogliamo renderci il prima possibile indipendenti dalle importazioni dalla Russia. Al momento, però, tagliare le forniture di gas non è possibile“. Chiese quindi di “fare più pressione a Putin, isolarlo e tagliare ogni rapporto economico con Mosca. Ma per un embargo totale serve tempo“.
In tutto questo, l’economia continua a soffrire della guerra in Ucraina e della tensione tra Europa e Russia. Il prezzo del petrolio ha infatti raggiunto il suo massimo valore da tre settimane a questa parte. E questo vale anche per le materie prime messe sul mercato dagli Stati Uniti. Tanto che, con il conflitto che non accenna ad avvicinarsi a una soluzione, anche il tema degli approvvigionamenti sta riprendendo a spaventare i mercati. Perfino quelli della solidissima Germania.