Continuano a imperversare le polemiche sul Reddito di cittadinanza, misura introdotta dal primo Governo Conte per combattere la disoccupazione e che secondo i suoi detrattori agevola invece la nullafacenza. E la polemica nelle scorse ore è arrivata a toccare anche la stessa Inps, finita nel mirino di Fratelli d’Italia.
Il partito di Giorgia Meloni da sempre è tra quelli che più osteggiano il Reddito di cittadinanza, insieme a Italia Viva e (negli ultimi tempi) ampie frange della Lega. E in tal senso hanno fatto molto discutere le dichiarazioni del deputato di Fratelli d’Italia Francesco Lollobrigida a ‘Porta a Porta’. Secondo quest’ultimo, infatti, l’Inps non ha effettuato controlli sufficientemente efficaci nei confronti di chi ha presentato domanda per il RdC.
Per l’erogazione del Reddito di cittadinanza, tuttavia, l’Inps “ha effettuato tutti i controlli possibili in base alla normativa vigente su tutto il territorio nazionale, applicando la Legge“. Lo spiega lo stesso istituto in una nota. Un comunicato giudicato necessario per rispondere “a quanto dichiarato dal deputato Francesco Lollobrigida relativamente ad una presunta mancanza di controlli da parte dell’Inps e della presunta connivenza dolosa dei dipendenti Inps” con chi ha presentato domande non avendone diritto.
E non è finita qui, dato che l’Inps ha dichiarato di essere pronto a riservarsi il diritto di presentare querela. “L’Inps collabora con tutte le Forze dell’ordine, segnalando esso stesso le situazioni meritevoli di indagini che possono portare alla revoca della prestazione“, si legge ancora nella nota. Dove compaiono anche i numeri relativi alle domande di Reddito di cittadinanza decadute proprio per irregolarità di varia natura.
“Su 4.359.359 domande per il Reddito di Cittadinanza tra aprile 2019-15 settembre 2021, 1.215.251 (il 27,87%), sono state respinte, grazie ai controlli effettuati in fase di istruttoria“, rileva l’Inps. Che passa quindi a snocciolare tutti i dati che hanno portato a tali “no” da parte dell’istituto di previdenza. Sono 605.277 (il 13,88%), per esempio, le pratiche in decadenza per il venir meno dei requisiti in corso di fruizione. Le pratiche revocate per mancanza dei requisiti dall’origine sono invece 123.816. Ossia il 2,84% del totale.
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