La crisi dei prezzi in corso in Italia è sempre più evidente, a causa della carenza di materie prime, degli aumenti del costo dei carburanti e ora anche della siccità. Il risultato è un aumento colossale dei soldi necessari per far fronte alle esigenze anche quotidiane. Ma, volendo entrare più nel dettaglio, quanto stiamo spendendo in più in questi difficilissimi mesi? Ebbene, c’è chi lo ha calcolato.
Prezzi, l’allarme lanciato da Assoutenti
Si tratta di Assoutenti, associazione no profit per la tutela dei consumatori, dei diritti civili e di solidarietà sociale. Il calcolo riguarda lo scorso mese, quello di maggio 2022, rispetto al maggio del 2021. Ciò che emerge è che l’aumento dei prezzi per i beni essenziali alla cittadinanza è stato decisamente grave. E riguarda tantissime voci di spesa che incidono nel carrello mensile, a molte delle quali peraltro non è possibile rinunciare.
“I prezzi dei prodotti alimentari registrano una impennata record. L’aumento è del +7,4% rispetto allo scorso anno e addirittura del +1,2% in un solo mese. Questo significa che una famiglia, solo per mangiare, deve mettere in conto una maggiore spesa in media pari a +554 euro annui“. O, in altre parole, più di 46 euro al mese. Così Furio Truzzi, presidente di Assoutenti. Che ha rincarato anche la dose: “Siamo in presenza di un vero e proprio allarme, destinato purtroppo ad aggravarsi nei prossimi mesi. Il Governo non può restare a guardare e, di fronte a quella che è una emergenza, deve adottare misure straordinarie a tutela delle famiglie e dell’economia“.
Quanto spendiamo in più rispetto all’anno scorso, prodotto per prodotto
Più nel dettaglio, Assoutenti ha realizzato una vera e propria mappa dei rincari tra il maggio del 2021 e quello del 2022. Le voci che presentano un aumento dei prezzi maggiore, come era facile attendersi, sono quelle dell’energia. Quella elettrica, infatti, è cresciuta del 73,5%. Ancora maggiori i rincari sul mercato libero (74,7%), ma sono severi anche quelli del mercato tutelato (67,6%). Il gasolio per il riscaldamento, invece, è cresciuto del 47,5%.
Pesantissimi, però, sono come detto anche i rincari che riguardano gli alimentari. Qui, come era lecito attendersi, tra i prodotti che stanno vivendo un maggiore aumento dei prezzi ci sono i derivati del grano. La farina denuncia infatti un +18,7% in un anno, la pasta addirittura un +20,5%. Meno problemi invece per il pane (+9,6%). Grossi problemi anche per burro (+23,3%), pomodori (+20,6%) e uova (12,3%). L’aumento per la carne è del 6,7%, più nel dettaglio del 13,8% per il pollame e del 6,1% per i salumi in confezione. Tra gli ortaggi, l’aumento più consistente è quello delle pere (+22,9%). Un bene quasi di lusso, come già si denuncia da tempo, sta diventando però l’olio di semi. Qui infatti il costo è cresciuto addirittura del 70,2%.