Pignoramenti rivoluzionati dalla Cassazione: le nuove regole del 2023 che cambieranno le vostre finanze.
Nel 2023, le regole relative al pignoramento hanno subito un’importante revisione, focalizzandosi principalmente sulla procedura di pignoramento presso terzi. Questo meccanismo, previsto dal Codice Civile, consente ai creditori di recuperare i loro crediti da terze parti che possiedono beni appartenenti al debitore. La procedura coinvolge tre figure principali: il creditore procedente, il debitore esecutato e il terzo pignorato.
Una delle principali modifiche riguarda la competenza giurisdizionale. Nel caso del pignoramento di beni mobili presso terzi, la competenza spetta al Tribunale del luogo in cui sono situati i beni. Per il pignoramento di crediti, la competenza è del Tribunale del luogo di residenza, domicilio, dimora o sede del debitore, con l’eccezione dei casi in cui il debitore è una pubblica amministrazione, per i quali la competenza è del Tribunale del luogo di residenza, domicilio, dimora o sede del terzo.
Una novità importante introdotta dal 22 giugno 2023 è l’obbligo di notificare l’iscrizione a ruolo sia al debitore esecutato che al terzo pignorato. Questa notifica deve essere documentata nel fascicolo della procedura esecutiva entro la data dell’udienza di comparazione indicata nell’atto di pignoramento presso terzi. Inoltre, i nuovi adempimenti, inclusi quelli telematici, sono ora a carico del difensore del creditore.
Nuovi limiti pignoramento imposti dalla Cassazione nel 2023
Le modifiche alle regole di pignoramento non riguardano solo le procedure, ma influenzano anche i tipi di beni che possono essere pignorati. Le norme esistenti stabiliscono già limiti per il pignoramento di stipendi e pensioni, ma ora ci sono ulteriori dettagli da considerare. Ad esempio, lo stipendio può essere pignorato solo entro i limiti di stabilità dalla legge per garantire un livello di sussistenza dignitoso. Inoltre, se il pignoramento riguarda crediti di natura alimentare o coinvolge l’Agenzia delle Entrate Riscossione, la percentuale varia.
La Cassazione ha introdotto una svolta significativa, vietando il blocco e il prelievo di denaro da un conto corrente in caso di motivazioni generiche nella notifica. Inoltre, per il pignoramento di pensioni e assegni di liquidazione, non è consentito pignorare somme superiori al doppio dell’assegno sociale, con un minimo vitale di mille euro.
La Cassazione ha anche affrontato il tema del pignoramento con assegni postdatati, riconoscendoli come titoli validi. Tuttavia, è necessario pagare un’imposta di bollo per regolarizzare l’assegno. Il creditore ha la possibilità di attendere la scadenza dell’assegno o di procedere al pignoramento prima del conto dati, versando l’imposta di bollo e una sanzione.
Infine, la Cassazione ha stabilito che chiunque ritenga di essere soggetto a un pignoramento illegittimo può opporsi all’azione del creditore. In tal caso, il Tribunale può sospendere l’esecuzione o condannare il creditore pignorante al risarcimento dei danni causa dall’azione errata.