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“Io ho detto quello che dovevo dire. Non ho veramente nulla da aggiungere. Questo tema non è all’ordine del giorno, bisogna studiare. In questo momento è legittimo che io non voglia rispondere su questi argomenti“. Così (senza nascondere un certo fastidio) il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, commenta le polemiche scaturite dalla discussione sul nucleare e i mini-reattori. Ma perché si sta dibattendo così animatamente su questa questione?
Il ritorno del dibattito sul nucleare in Italia
Di nucleare in Italia si era tornati a discutere a margine del Forum Ambrosetti a Cernobbio. In questa occasione Cingolani aveva dichiarato in un’intervista a ‘Rai News 24’: “Io non ho fatto nessuna proposta. Ho parlato agli studenti degli studi che si stanno conducendo, anche perché ad oggi non c’è una tecnologia. Ma è bene parlarne. Prima che qualunque scelta consapevole debba essere fatta, prima di prendere delle decisioni, bisogna sapere di cosa si sta parlando. Francamente sono colpito dalla polemica, ma credo faccia parte della dialettica“.
Un no più rotondo era invece arrivato da Francesco Starace, amministratore delegato di Enel. “No, non è realistico pensare a una riconsiderazione. Quello che viene definito ‘nuovo nucleare’ non è tanto nuovo come sembra“, aveva affermato. Per poi rilanciare: “Quanto più velocemente ci disfiamo della percentuale di energia che stiamo producendo da fonti fossili, tanto meglio siamo messi dal punto di vista energetico. Per fare questo è necessario accelerare gli investimenti nelle rinnovabili“.
Che cosa sono i mini-reattori di cui parla Cingolani
La vera e propria apertura di Cingolani al ‘nuovo nucleare’ risale a qualche giorno prima, quando aveva affermato: “Nell’interesse dei nostri figli è vietato ideologizzare qualsiasi tipo di tecnologia. Stiamo ai numeri, quando saranno disponibili prenderemo le decisioni“. Parole che hanno scatenato una palpabile inquietudine anche tra le fila del M5s, che tanto ne aveva caldeggiato la nomina. Tanto da indurre Giuseppe Conte a chiedergli un incontro chiarificatore per il prossimo 14 settembre.
L’innovazione che Cingolani ha in mente, secondo le sue stesse parole, riguarda “tecnologie di quarta generazione, senza uranio arricchito e acqua pesante. Ci sono Paesi che stanno investendo su questa tecnologia, non è matura, ma è prossima a essere matura“. Secondo l’Associazione Italiana Nucleare, si tratta di reattori di piccola taglia (Small Modular Reactors). Già esistono, e il loro utilizzo riguarda per esempio le rompighiaccio russe nel Mar Glaciale Artico. Gli studi su questa tecnologia riguardano inevitabilmente i possibili rifiuti radioattivi, che sarebbero evitati grazie al mantenimento del reattore costantemente in stato sottocritico. Ma la paura di eventuali incidenti, unita ai costi della nuova tecnologia, spaventa molti. E il dibattito, con chi invece lo considera un passo inevitabile per la transizione energetica, continua.