Nucleare sì o no? Il dibattito continua a infuriare in Europa, ma anche in Italia. Le opinioni sono estremamente divergenti, e spaziano dalla necessità di rinnovare il sistema energetico con fonti più ecosostenibili alla cautela nei confronti di modalità storicamente pericolose. E il dibattito si è rinnovato in queste ore con un botta e risposta tutto tedesco, tra il governo della Germania e Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea.
Nucleare: il “no” tedesco e la risposta dell’Europa
“Come Governo federale tedesco, nei prossimi giorni presenteremo la nostra dichiarazione alla Commissione Ue. Questa dichiarazione includerà un chiaro #no all’inclusione del nucleare nella #tassonomia“, ha scritto su Twitter la portavoce dell’esecutivo Scholz, Susanne Körber. Il governo della Germania, a guida socialista, include infatti i Verdi da sempre contrari a tale soluzione energetica tra quelle ecosostenibili.
“As the German federal government, we will submit our statement to the EU Commission in the next few days. This statement will include a clear #no to the inclusion of nuclear power in the #taxonomy.” – Federal Environment Minister @SteffiLemke in #BerichtausBerlin. https://t.co/RtlWIGIWAx
— Susanne Körber (@SKoerber_EU) January 9, 2022
L’Unione europea, come noto, si è posta però tre obiettivi: ricerca e sviluppo di tecnologie per la minimizzazione delle scorie radioattive; realizzazione di impianti nucleari di nuova generazione; estensione del funzionamento delle attuali centrali. Il doppio intento è quello di raggiungere il “Net Zero” (nessun disavanzo tra le emissioni di anidride carbonica e la sua relativa rimozione) e abbattere i rifiuti tossici.
“Superare rapidamente l’utilizzo del carbone sporco è decisivo – ha ammonito Ursula von der Leyen in un’intervista per ‘Die Zeit’ –. Questa fonte contribuisce tuttora alla produzione del 30% di elettricità in Germania. Dobbiamo creare una transizione a un Pianeta con il 100% di energia rinnovabile, ma per farlo serve un ponte. Avremo bisogno di gas e nucleare fin quando non avremo a sufficienza energie rinnovabili come l’idrogeno“.
Un tema che divide l’Italia (e la maggioranza)
Il problema è molto sentito anche in Italia, dove le spaccature ideologiche sul tema imperversano anche tra le forze dell’attuale maggioranza. Tra i più severi spicca Beppe Grillo. “Introdurre all’interno della tassonomia verde europea la produzione di energia da gas fossile e da nucleare è folle. Il Governo deve opporsi, in tutte le opportune sedi a livello europeo. La transizione all’energia pulita è l’unica strada da percorrere!“, è l’intervento su Twitter del fondatore del M5s.
Introdurre all’interno della #tassonomiaverde europea la produzione di energia da gas fossile e da #nucleare è folle. Il Governo deve opporsi, in tutte le opportune sedi a livello europeo. La transizione all’energia pulita è l’unica strada da percorrere! https://t.co/m7gHRBZRrE
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) January 13, 2022
Nel settembre del 2021 il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, aveva evidenziato la necessità di “studiare” a proposito della possibilità di allestire in Italia “mini-reattori” di nuova generazione. Matteo Renzi definì le sue parole “sacrosante” e Matteo Salvini si disse addirittura non contrario a costruirli in Lombardia. Molto severo rimase invece il M5s, granitico sul “no” al nucleare. I cui vantaggi e svantaggi sono elencati in questo articolo, sebbene il dibattito prosegua. Tanto in Italia quanto in tutto il resto d’Europa.