Manovra, oggi il voto finale: ecco cosa cambia

Scopri i dettagli della manovra finanziaria 2025: riduzione del cuneo fiscale, nuove aliquote Irpef e incentivi per famiglie e imprese

Il testo della manovra finanziaria 2025 è finalmente arrivato in aula alla Camera dei Deputati. La mattinata è stata dedicata al voto di fiducia, mentre il voto finale sul provvedimento è atteso in serata. L’iter del testo è stato caratterizzato da ritardi, sedute notturne e polemiche accese tra i partiti. Durante i lavori, Ciriani si è scusato con l’opposizione per i ritardi accumulati.

La struttura della manovra finanziaria

La legge di bilancio 2025, che vale circa 30 miliardi di euro lordi, è composta per due terzi da un intervento volto a rendere strutturale, per almeno i prossimi cinque anni, la riduzione del cuneo fiscale per i redditi fino a 40mila euro. Questo provvedimento, che pesa per 18 miliardi, è pensato per sostenere i redditi medio-bassi, offrendo quasi 100 euro in più in busta paga. Un altro elemento chiave è il passaggio a tre aliquote Irpef, un cambiamento che punta a semplificare il sistema fiscale.

Manovra, oggi il voto finale: dai bonus alle pensioni, ecco cosa cambia
Manovra, oggi il voto finale: dai bonus alle pensioni, ecco cosa cambia – ANSA – Newsby.it

 

La stesura della manovra è stata influenzata dagli impegni presi nel piano strutturale di bilancio a sette anni, che recepisce le nuove regole del Patto di Stabilità europeo. Per rispettare l’obiettivo di ridurre il rapporto deficit/PIL al di sotto del 3% entro il 2026, è stata introdotta una rigida revisione della spesa. Questo approccio si inserisce in un contesto macroeconomico complesso, con il Pil 2024 rivisto al ribasso: +0,5% secondo l’Istat, contro l’1% stimato nel Def.

Le risorse disponibili sono state concentrate su pochi capitoli di spesa prioritari: il taglio del cuneo fiscale, un finanziamento aggiuntivo di 1,3 miliardi per il sistema sanitario e politiche contro l’inverno demografico. Altre misure includono interventi per ridurre le tax expenditure e anticipi sulle imposte differite (Dta) per banche e assicurazioni, stimati in 3,5 miliardi per il biennio 2025-2026. Inoltre, si prevede un taglio di circa 3 miliardi alle spese dei ministeri.

Le opposizioni hanno espresso forti critiche, soprattutto sul finanziamento insufficiente destinato alla sanità. La Cgil e la Uil hanno indetto uno sciopero generale a novembre, denunciando l’assenza di misure significative su pensioni, redditi e lavoro. Ulteriori polemiche sono nate in Commissione a causa di un provvedimento che equiparava l’indennità di ministri, vice e sottosegretari non parlamentari a quella dei colleghi eletti. Dopo le proteste, la premier Giorgia Meloni e il ministro Guido Crosetto hanno deciso di stralciare la norma, introducendo invece un rimborso per le spese di trasferta dei ministri non residenti a Roma, con una dotazione di 500mila euro annui dal 2025.

La cosiddetta norma anti Renzi, che vieta incarichi retribuiti da enti extra UE per i parlamentari, ha subito diverse riformulazioni. La versione definitiva prevede che titolari di cariche di governo e parlamentari non possano accettare contributi o prestazioni da soggetti pubblici o privati extra UE, con un tetto massimo di 100mila euro annui. In caso di violazione, il compenso dovrà essere versato al bilancio dello Stato entro 30 giorni, pena una sanzione equivalente.

Tra le novità più rilevanti c’è l’introduzione dell’Ires premiale, che prevede uno sconto del 4% sull’aliquota per le imprese che reinvestono gli utili in nuove assunzioni a tempo indeterminato. Questo incentivo costa circa 400 milioni di euro e coinvolge anche il contributo delle banche.

Sul fronte delle criptovalute, la proposta iniziale di tassare i profitti al 42% è stata rivista: l’aliquota rimane al 26% per il 2024, ma salirà al 33% nel 2026. La web tax verrà applicata solo alle grandi aziende con ricavi superiori a 750 milioni di euro, escludendo le Pmi e l’editoria online.

Nonostante le aspettative, la riduzione dal 35% al 33% della seconda aliquota Irpef è stata rinviata. Finanziarla avrebbe richiesto 2,5 miliardi di euro, cifra non raggiunta attraverso il concordato preventivo. Anche l’aumento delle pensioni minime è stato limitato: passeranno da 614 a 617 euro, con un incremento di soli 3 euro.

Per incentivare la natalità, è stato introdotto un bonus bebè di 1.000 euro per ogni figlio nato o adottato dal 2025, riservato ai nuclei familiari con un Isee inferiore a 40.000 euro. Inoltre, il congedo parentale retribuito è stato esteso all’80% dello stipendio per un periodo da due a tre mesi.

Viene introdotto un meccanismo di quoziente familiare per calcolare le detrazioni, con una stretta per i redditi superiori a 75.000 euro. Le detrazioni saranno calcolate in base al numero di figli e al reddito complessivo.

Il fondo automotive riceverà 400 milioni di euro tra il 2026 e il 2027, mentre la prosecuzione della Metro C di Roma viene finanziata con nuovi fondi per estendere la linea fino alla Farnesina. Inoltre, crescono a 2,2 miliardi i crediti d’imposta per le imprese operanti nelle Zone Economiche Speciali del Mezzogiorno.

Il Superbonus continuerà a ridursi: dal 2025 passerà al 65%, mentre l’Ecobonus scenderà al 50% per la prima casa e al 36% per altri immobili. Per sostenere la transizione energetica, è stato introdotto un bonus elettrodomestici fino a 100 euro per acquisti di prodotti di classe B o superiore, con una dotazione complessiva di 50 milioni di euro.

I fondi per il Ponte sullo Stretto aumentano di 1,4 miliardi annui fino al 2032, rispetto agli 11,6 miliardi complessivi previsti nella manovra precedente. Questa cifra, pur inferiore agli iniziali 3 miliardi richiesti, rappresenta un impegno significativo per il completamento dell’opera.

È stato istituito il Fondo Dote Famiglia, con 30 milioni di euro per sostenere attività extrascolastiche per bambini tra 6 e 14 anni appartenenti a famiglie con Isee fino a 15.000 euro. Questa misura punta a ridurre le disuguaglianze territoriali e sociali.

La manovra finanziaria 2025 introduce importanti novità fiscali, incentivi per le imprese e misure di sostegno per le famiglie. Tuttavia, le critiche delle opposizioni e le sfide economiche legate al contesto europeo sollevano dubbi sulla sua efficacia a lungo termine.