Cosa succede se, al momento di andare in pensione, non abbiamo mai versato nemmeno un giorno di contributi? Ecco tutti i dettagli sulla situazione.
L’argomento pensioni è sempre uno dei più discussi perché in tantissimi lavoratori aspettano con ansia questo momento. Poter finalmente godersi il riposo dopo tanti anni di lavoro è il sogno di tanti, ma purtroppo le leggi in Italia non sono molto clementi sul pensionamento. La pensione di vecchiaia, infatti, si può ottenere solo una volta compiuti i 67 anni di età anagrafica e avere un’anzianità contributiva di almeno 20 anni. E con la disoccupazione dilagante nel nostro Paese negli ultimi 15 anni, capiamo bene che maturare 20 anni di contributi non è poi così semplice.
Ci sono persone che, per diversi motivi personali o di salute non hanno mai potuto lavorare e, di conseguenza, non sono mai riusciti a pagare nemmeno un anno di contributi. Cosa succede in questi casi? Si perde il diritto ad avere la pensione di vecchiaia? Fortunatamente no, ma cambiano i requisiti per ottenerle e, soprattutto, cambia anche la cifra che viene percepita ogni mese nel cedolino pensionistico. I lavoratori che versano 20 anni di contributi possono andare in pensione a 67 anni e ci sono altre categorie di lavoratori che, per la natura del lavoro stesso, possono andare in pensione anche 15 anni prima, altri per cui la soglia si alza invece a 71 anni.
Pensione anche senza un giorno di contributi? Ecco come funziona
A chi non ha mai versato contributi lo Stato garantisce comunque una rendita minima mensile che viene chiamato assegno sociale, conosciuto precedentemente come pensione sociale. L’assegno sociale viene percepito dalle persone che, a causa di malattie o infortuni, sono impossibilitate a lavorare e a quella categoria di anziani che non ha mai versato contributi. In questi ultimi casi l’assegno sociale può essere richiesto all’INPS da chi ha compiuto 67 anni di età e rispetta tutti i requisiti necessari per ottenerla. Il primo è essere cittadini con residenza in Italia e il secondo è quello di rispettare i limiti reddituali, che cambiano ogni anno.
Per il 2023 il reddito massimo per richiedere l’assegno sociale è di 6.542,21 euro per le persone sole e 13.085,02 euro per i coniugati. La cifra mensile che il richiedente riceve, quest’anno, è di 503,27 euro per 13 mensilità. La cifra cambia se il richiedente possiede un reddito personale: per chi si trova in questa situazione e ha un reddito personale, bisogna calcolare l’ammontare complessivo del beneficio sottraendo ad esso il valore del proprio reddito. Se, ad esempio, si ha un reddito personale di 1.000 euro, sottraendo questa cifra l’assegno sociale ammonterà a 5.542,21 euro l’anno, ovvero circa 425 euro al mese.