La Russia vieterà l’esportazione di grano, zucchero e mais

Giornata che ha tutto il sapore di una tregua passeggera quella appena lasciata alle spalle. I nuovi negoziati tra Russia e Ucraina hanno dato una boccata di ossigeno su gas, petrolio e materie prime. I future sul gas hanno raggiunto quota 110 euro al megawattora ad Amsterdam (-15%), lontano dai 131,2 euro dell’11 marzo. Praticamente un terzo del picco toccato il 7 del mese. In discesa anche il greggio (il Wti a -5,8%), a 103 dollari al barile. E perfino le Borse hanno respirato. Tuttavia, a mercati chiusi, la Russia ha varato una serie di ritorsioni: è pronta a vietare l’esportazione di grano e zucchero, segale, orzo e mais. Una ritorsione, per via delle sanzioni subite, destinata a pesare ancora sul prezzo di pane, pasta e altri beni cruciali per la spesa degli italiani.

Come reagire al divieto dell’esportazione di grano, zucchero e mais imposto dalla Russia?

E allora il governo non ha intenzione di mollare la presa. Si studia come poter fare uno stretto monitorare su prezzi e anomalie. Ma anche come sganciarsi dalla folle volatilità delle quotazioni, più un affare della finanza che dei produttori, è l’obiettivo del lavoro di queste ore. Si è dunque dovuta attivare l’Arera, l’Autorità di regolazione del mercato dell’energia. Il governo sta pensando a come slegare dalle quotazioni del mercato Ttf di Amsterdam le tariffe di luce e gas fissate ogni tre mesi per i clienti con contratto di maggior tutela. Un meccanismo che ha funzionato per anni, ma che ora fa pagare a famiglie e imprese prezzi molto più alti del costo delle importazioni di gas.

Ma sono anche i prezzi della catena agroalimentare a destare preoccupazione. La prima ad essere chiamata in causa è l’Antitrust, che ha già puntato il faro su eventuali cartelli, o comportamenti scorretti sui prezzi, come un ingiustificato aumento. Ma certe indagini possono durare anni. E anche i poteri di Mister Prezzi, il garante dei prezzi (una figura creata nel 2007) sono veramente blandi. Ecco perché il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, è pronto a chiedere di inserire del decreto che arriverà sul tavolo del governo domani un robusto correttivo. Più poteri, compreso quello di chiedere alle imprese le ragioni degli aumenti. E la possibilità di sanzioni in mancanza di risposta.

Il Brent potrà viaggiare sui 130 dollari al barile per tutto l’anno

Del resto, con la Russia che vieterà l’esportazione di grano e zucchero, segale, orzo e mais, gli scenari all’orizzonte non permettono tanto ottimismo. E se non si sbloccherà in fretta la cornice Ue che permetterebbe un tetto ai prezzi del gas e un taglio all’Iva sui carburanti, l’Italia dovrà muoversi da sé. Come del resto ha fatto la Francia. Va ricordato che una banca d’affari come Bofa ipotizza che il Brent possa viaggiare per tutto il 2022 su una media di 130 dollari al barile. Con un picco a 200. A fronte del Ttf sul gas ad Amsterdam a 200 euro per megawattora. Qualcosa di simile a quanto visto negli anni Settanta e Ottanta.

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