Jabil, i lavoratori in protesta sotto il ministero del Lavoro

420 persone rischiano di perdere il posto a marzo perché Jabil ha intenzione di portare la produzione fuori dal Paese

Circa un centinaio di lavoratori della Jabil hanno manifestato sotto il ministero del Lavoro a Roma dove i sindacati hanno incontrato il ministro per discutere del futuro dello stabilimento di Marcianise. 420 persone che rischiano di perdere il posto a marzo perché la multinazionale ha intenzione di portare la produzione fuori dal Paese. “Noi in passato producevamo componenti per la Nokia e di fotonica per la Eriksson”, ha spiegato Nicola, lavoratore che da trent’anni presta servizio nel sito di Marcianise.

Oggi la produzione del sito è totalmente cambiata e la causa, come ha sottolineato un’altra lavoratrice dello stabilimento di nome Giovanna, è da ricercare “nella pandemia”. Ma non solo: anche l’avvento della Huawei ha costretto la Erikson a lasciare la produzione in Italia. “Noi siamo stanchi della cassa integrazione, noi vogliamo lavorare perché sappiamo farlo. Sappiamo produrre le componenti riguardanti la fibra ottica, perché non si può tornare a produrle?”, si sono domandati i presenti.

Jabil, finito l’incontro sindacati, l’azienda e il ministero. Prossimo tavolo il 2 settembre

L’incontro tra sindacati, Jabil e ministero del Lavoro si è concluso dopo due ore con all’ordine del giorno la possibilità di lasciare la produzione all’azienda italiana TME. Una opzione non accolta positivamente dai 420 lavoratori, ma ben voluta dalla multinazionale americana e che per ora sembrerebbe essere stata scongiurata grazie al lavoro portato avanti dai sindacati nel corso del tavolo al ministero del Lavoro.

“Jabil ha detto che non vuole più stare in Italia”, ha rimarcato il Segretario Nazionale Uilm, Luca Colonna. “Abbiamo ribadito che Jabil deve stare momentaneamente all’interno della prossima azienda per mantenere i clienti e per non perdere così i posti di lavoro”, ha rimarcato la segretaria nazionale della FIOM, Barbara Tibaldi. Fischi e insulti sono stati rivolti al responsabile e rappresentante della multinazionale Jabil al momento della sua uscita dal ministero. Il prossimo tavolo è stato convocato il prossimo 2 settembre sempre al ministero del Lavoro.

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