Da Palazzo Montecitorio, in dato odierna, il Presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo ha illustrato il “Rapporto annuale 2020. La situazione del Paese”, alla presenza del Presidente della Camera Roberto Fico, del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e delle più alte cariche dello Stato. Il documento, che ha analizzato gli effetti dell’emergenza coronavirus sulla società e sull’economia, fotografa un Paese impoverito, segnato da profonde diseguaglianze, con un quadro economico e sociale eccezionalmente complesso e incerto. Regge la famiglia, che rimane uno dei capisaldi della cultura italiana. Cala, invece, la natalità, a fronte di una crescita della coesione sociale della popolazione e di un’alta fiducia verso le principali istituzioni. È questa in sintesi la fotografia scattata dall’Istat nell’ultimo rapporto.
Istat: crisi dell’occupazione che penalizza in particolare le donne
Il documento descrive una crisi dell’occupazione che ha ripercussioni soprattutto sulla vita lavorativa delle donne.
In generale, tra i giovani dai 25 ai 34 anni gli occupati sono oltre 1 milione e 400mila in meno. Le donne segnano un aumento di 602mila unità, mentre gli uomini impegnati in settori particolarmente esposti agli andamenti del ciclo hanno subito un calo di 332mila unità. “Tra le donne è alta, anche se non maggioritaria, la diffusione dei cosiddetti orari antisociali: serali, notturni, nel fine settimana, turni. Con tutto ciò che ne consegue in termini di qualità del lavoro e la conciliazione con la vita privata”, si legge nel rapporto.
Calo natalità, ma si desidera la famiglia con 2 figli
Dal documento Istat è emersa anche una forte coesione sociale, soprattutto nei mesi del lockdown, “manifestata nell’alta fiducia che i cittadini hanno espresso nei confronti delle istituzioni impegnate nel contenimento dell’epidemia, e in un elevato senso civico verso le indicazioni sui comportamenti da adottare”. È in calo, invece, la natalità, “in costante diminuzione dal 2010”, nonostante il desiderio dichiarato del 46% delle coppie sia quello di mettere al mondo due figli.
“Secondo alcune simulazioni, la paura e l’incertezza causate dalla pandemia porteranno entro il 2021 a un calo di 10mila nuovi nati, passando dai 435mila del 2020 a 426mila alla fine del 2021. Se però la crisi economica non dovesse alleggerirsi, i nati, sempre alla fine del 2021, potrebbero scendere, addirittura, a 396mila”, si legge nel rapporto.