L’Istat rileva che a febbraio la produzione industriale in Italia è scesa dell’1,2% rispetto a gennaio, quando aveva segnato un rialzo congiunturale record (+3,6%). Il calo su base annua è del 2,4%. L’Istituto di statistica sottolinea che questo dato rappresenta la prosecuzione di una lunga fase di contrazione che raggiunge il dodicesimo mese consecutivo. “Su base tendenziale e al netto degli effetti di calendario, a febbraio 2020 si registra una contenuta crescita solo per i beni strumentali (+1,4%). Diminuiscono, in misura marcata, i beni di consumo (-3,0%) e i beni intermedi (-2,3%); cala, in maniera più contenuta, l’energia (-0,6%)”, spiegano gli esperti dell’Istat.
Gli effetti del lockdown
I risultati negativi di febbraio non riflettono appieno l’impatto sull’economia introdotte dal Governo per limitare il più possibile la diffusione del coronavirus Sars-CoV-2. Il primo caso italiano sul territorio nazionale, infatti, è emerso il 21 febbraio. Le prime misure speciali per arginare il contagio sono state introdotte il giorno successivo, mentre il lockdown vero e proprio è iniziato il 9 marzo. Risale al 22 marzo, invece, la stretta sulle attività produttive, che ha concesso solo a quelle ritenute essenziali di restare aperte. Per febbraio gli analisti dell’Istat si attendevano un calo congiunturale compreso tra l’1,5% e l’1,7%, anche come contraccolpo fisiologico dopo il balzo di gennaio, che a sua volta aveva fatto seguito al tonfo di dicembre (-2,7%). Per marzo, Confindustria prevede una contrazione “devastante” della produzione industriale.