Crisi del settore automotive: sfide per Stellantis, regolamentazione europea, concorrenza cinese e strategie per il futuro dell’industria
Daniela Poggio, responsabile della comunicazione e degli affari istituzionali di Stellantis Italia, ha definito il panorama attuale del settore automobilistico una vera e propria “tempesta perfetta”. Secondo Poggio, tre fattori principali stanno mettendo a dura prova i produttori auto: la rigorosa regolamentazione europea, la crescente concorrenza cinese e un calo della domanda che persiste dal 2019.
La transizione dai motori termici ai veicoli elettrici sta aggravando la situazione, comportando costi maggiori, una riduzione della necessità di manodopera e tempi lunghi per sviluppare nuovi modelli. Inoltre, il mercato automotive non è ancora pronto ad accogliere completamente questa trasformazione. “Per affrontare questa transizione, è necessario un impegno collettivo”, ha dichiarato Poggio. Tuttavia, questa situazione critica si riflette direttamente sui lavoratori sia nel settore automobilistico che nei comparti dell’indotto.
Industria dell’automotive: crisi dell’indotto e l’importanza del tavolo Stellantis
Un tavolo di confronto cruciale tra le parti è fissato per il 17 dicembre presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), dove il ministro Adolfo Urso cercherà di riportare l’Italia al centro della strategia del gruppo Stellantis. Nel frattempo, una riunione è stata convocata il 10 dicembre per discutere della situazione di Trasnova, un’azienda dell’indotto Stellantis che ha annunciato 97 esuberi in seguito alla decisione di Stellantis di reinternalizzare le attività a partire dal 31 dicembre.
Daniela Poggio ha spiegato che l’internalizzazione dei servizi mira a mitigare gli effetti della cassa integrazione, ma ha anche sottolineato la disponibilità dell’azienda a supportare i lavoratori colpiti. A questi 97 esuberi si aggiungono altri 150 licenziamenti annunciati da aziende subappaltatrici come Teknoservice e Logitech, portando il totale a 250 lavoratori che rischiano di perdere il posto.
Il gruppo Stellantis è stato recentemente scosso dalle dimissioni di Carlos Tavares, che ha lasciato il ruolo di CEO in un momento critico per l’azienda. Questo evento ha avuto un impatto immediato sui mercati finanziari: il titolo Stellantis ha chiuso a Piazza Affari in calo del 6,30%, con una flessione che aveva raggiunto il 10% durante la giornata, toccando i minimi degli ultimi due anni.
Gli analisti vedono nell’uscita di Tavares un segnale di incertezza sui piani di rilancio del gruppo. La crisi di Stellantis si inserisce in un contesto più ampio di difficoltà per tutto il settore europeo dell’automotive, con numerosi stabilimenti a rischio chiusura e migliaia di lavoratori in bilico.
La crisi che sta colpendo il settore automobilistico in Europa è il risultato di diverse dinamiche. In primo luogo, le rigide normative imposte dalla Commissione Europea attraverso il Green Deal stanno accelerando la transizione verso i veicoli elettrici, che richiedono investimenti significativi e hanno costi di produzione più elevati. Dal 2025, i costruttori saranno obbligati a rispettare limiti ancora più severi sulle emissioni di CO2, con il requisito minimo per le auto nuove che scenderà dai 116 g/km attuali a 94 g/km. Le multe previste per chi non si adegua sono esorbitanti, pari a 95 euro per ogni grammo di CO2 in eccesso, moltiplicati per il numero di vetture vendute.
Questa situazione sta spingendo i produttori auto a incrementare la quota di veicoli elettrici nella loro flotta, ma il costo elevato di questi mezzi frena la domanda. A ciò si aggiunge la concorrenza sempre più aggressiva delle case automobilistiche cinesi, che offrono modelli elettrici a prezzi competitivi, mettendo ulteriormente sotto pressione i produttori europei.
Il ministro Adolfo Urso ha sottolineato la necessità di un piano chiaro e sostenibile da parte di Stellantis per rilanciare la produzione in Italia, garantire gli stabilimenti e tutelare l’occupazione. In parallelo, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha evidenziato l’importanza di un approccio equilibrato alla transizione ecologica, che tenga conto anche della sostenibilità economica e sociale.
“La decarbonizzazione non può avvenire al prezzo della desertificazione economica“, ha dichiarato Meloni, invitando a rivedere alcune scelte europee che penalizzano le imprese e i lavoratori.
Con le dimissioni di Tavares, si apre la corsa alla nomina del prossimo CEO, attesa entro giugno 2025. Tra i possibili candidati emergono figure interne al gruppo, come Olivier François, attuale CEO di Fiat, e Carlos Zerlenga, COO per il Nord America, ma non si esclude la possibilità che il nuovo amministratore delegato provenga da fuori.
Il futuro di Stellantis e dell’intero settore automobilistico europeo rimane incerto, tra la necessità di innovare, le difficoltà economiche e una regolamentazione sempre più stringente. L’esito dei tavoli di confronto e delle scelte strategiche nei prossimi mesi sarà determinante per capire quale direzione prenderà l’industria dell’auto nel Vecchio Continente.