Il rapporto deficit/pil è calato del 2,3%: l’impatto sul potere d’acquisto

La combinazione di un reddito disponibile in crescita e consumi in aumento contribuisce a migliorare la qualità della vita delle famiglie italiane

Una calcolatrice e degli euro
Una calcolatrice e degli euro | Csaba Nagy @Pixabay – Newsby.it

Negli ultimi trimestri, l’analisi economica del nostro paese ha evidenziato segnali di miglioramento significativi, nonostante le sfide economiche globali che continuano a influenzare le dinamiche locali. Un aspetto cruciale emerso dai dati forniti dall’Istat è il calo del rapporto deficit/Pil, che nel terzo trimestre del 2024 si attesta al -2,3%, una notevole riduzione rispetto al -6,3% dello stesso periodo del 2023. Questo dato non solo riflette la salute economica delle Amministrazioni Pubbliche, ma ha anche implicazioni dirette sul potere d’acquisto delle famiglie italiane.

Incremento del potere d’acquisto delle famiglie

Il potere d’acquisto delle famiglie, pur mostrando uno sviluppo meno accentuato rispetto ai periodi di crescita esponenziale, segna un incremento per il settimo trimestre consecutivo. Questo trend è in parte dovuto ai miglioramenti nel reddito disponibile delle famiglie, il quale è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente. Un aumento che, sebbene modesto, si fa sentire in un contesto in cui i consumi sono cresciuti dell’1,6%. La combinazione di un reddito disponibile in crescita e consumi in aumento contribuisce a migliorare la qualità della vita delle famiglie italiane, favorendo una maggiore capacità di spesa.

Fiducia nel futuro economico

Nonostante il calo della propensione al risparmio, che si attesta al 9,2% con una diminuzione congiunturale di 0,8 punti percentuali, le famiglie continuano a mostrare un certo livello di fiducia nel futuro economico. La propensione al risparmio, pur subendo fluttuazioni, ha mantenuto un trend di crescita nel lungo periodo, suggerendo che le famiglie si stanno preparando a possibili incertezze economiche future, pur godendo di una fase di maggiore disponibilità economica.

L’andamento dei prezzi e il potere d’acquisto

La misurazione del potere d’acquisto va oltre il semplice aumento del reddito o dei consumi. È influenzata anche dall’andamento dei prezzi. L’aumento dello 0,2% del deflatore implicito dei consumi indica che, sebbene ci siano stati incrementi nei redditi e nei consumi, i prezzi non sono aumentati in modo eccessivo. Questo scenario permette alle famiglie di mantenere un potere d’acquisto relativamente stabile, nonostante le difficoltà globali e le pressioni inflazionistiche che caratterizzano molti mercati.

Miglioramento delle finanze pubbliche

Dal punto di vista delle Amministrazioni Pubbliche, il saldo primario è risultato positivo con un’incidenza sul Pil dell’1,7%, rispetto a un -2,8% nel terzo trimestre del 2023. Questo suggerisce un miglioramento significativo nella gestione delle finanze pubbliche, che può tradursi in una maggiore capacità di investimento in servizi pubblici e infrastrutture. La stabilità economica delle Amministrazioni può, quindi, avere effetti a catena sul potere d’acquisto delle famiglie, poiché un miglioramento nei servizi pubblici e nelle infrastrutture può ridurre i costi per i cittadini, aumentando così il loro potere d’acquisto effettivo.

Un trend positivo nel saldo corrente

In aggiunta, il saldo corrente delle Amministrazioni Pubbliche ha mostrato anch’esso un risultato positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,9%, rispetto all’1,6% dello stesso periodo dell’anno precedente. Questo trend positivo è indice di una gestione finanziaria più oculata, che potrebbe tradursi in un minor ricorso a debiti, portando a una maggiore stabilità economica e, conseguentemente, a un miglioramento del potere d’acquisto delle famiglie.

Cautela delle imprese e prospettive future

Un altro elemento da considerare è la quota di profitto delle società non finanziarie, che è scesa al 42,4%, mentre il tasso di investimento delle stesse è diminuito a 21,7%. Questi dati suggeriscono un periodo di cautela da parte delle imprese, che potrebbero essere più inclini a mantenere liquidità piuttosto che investire in espansione. Tuttavia, se le famiglie continuano a spendere e il potere d’acquisto rimane sostenuto, le aziende potrebbero trovare incentivi a riprendere l’investimento, stimolando ulteriormente la crescita economica.