Non solo guerra, con tutta la preoccupazione per l’incolumità del popolo ucraino e i possibili effetti anche per l’Occidente. Come noto, infatti, il conflitto scatenato dalla Russia sta avendo pesanti conseguenze anche sul fronte economico. Tanto che la situazione legata all’approvvigionamento del gas potrebbe avere effetti ancora più gravi per l’Italia, la cui crescita già in questi mesi è stata pesantemente inferiore rispetto alle aspettative.
Sono i dati di Confindustria, che tramite il suo Centro studi già ha rilevato per i primi tre mesi del 2022 dati piuttosto sconfortanti. Il secondo trimestre, ancora in corso e che terminerà a giugno, rischia però di provocare un’ulteriore, colossale frenata ai conti del Paese. Ecco quindi quale potrebbe essere l’effetto gas per l’Italia e gli italiani, nel presente e in prospettiva.
Gas: gli effetti sul Pil dello stop alle importazioni dalla Russia
Partiamo dalla situazione già in corso. Il primo trimestre del 2022 ha già presentato un doloroso -0,2% del Pil per l’Italia. E Confindustria spiega dove stia il problema. L’economia nostrana presenta infatti “segnali discordanti“. In particolare “rincari e scarsità colpiscono l’industria, i minori contagi aiutano i servizi. Intanto salgono i tassi“. Il vero problema è però la prospettiva che un blocco all’import di gas russo potrebbe avere sul Paese.
Lo stop totale alle importazioni avrebbe infatti un “impatto pesante” a vari livelli. In particolare rappresenterebbe “uno shock su volumi e prezzi“. Sul delicato tema, quindi, Confindustria entra più nel dettaglio. Evidenzia infatti che la Russia è “il principale fornitore dell’Italia di gas naturale negli ultimi anni“. Pertanto “l’eventuale blocco delle importazioni potrebbe avere un effetto molto forte sull’economia italiana, già indebolita“.
Effetti di questo tipo non danneggerebbero le sole imprese, ma anche i comuni cittadini. “Tale shock causerebbe una forte carenza di volumi di gas per industria e servizi e un aumento addizionale dei costi energetici. L’impatto totale sul Pil in Italia, nell’orizzonte 2022-2023, è stimabile in quasi un -2,0% in media all’anno“, sottolinea Confindustria. Giusto il secondo trimestre del 2021 aveva vissuto un +2% rispetto al 2020. Una crescita che l’attuale situazione geopolitica rischia ora di vanificare completamente.
Confindustria ha peraltro calcolato quanto lo stop al gas russo potrebbe incidere sulla carenza di offerta. A sparire sarebbero infatti addirittura il 18,4% dei consumi italiani, cifra elevatissima ma al contempo prevista. Il Governo aveva infatti effettuato calcoli simili nel Def. I problemi però restano, e riguardano anche le importazioni di altre fondamentali materie prime, come il grano (il cui prezzo è cresciuto del 7%). Tanto più che anche la produzione cala e la fiducia delle imprese è a picco.