L’Europa si trova da settimane di fronte a un vero e proprio bivio, che riguarda le forniture di gas. Da un lato, infatti, la guerra in Ucraina richiede pesanti sanzioni ai danni della Russia. Dall’altro, però, si riflette sullo spauracchio di una crisi energetica senza controllo. In particolare dopo le stime che arrivano proprio da Mosca.
L’Italia, al pari di buona parte dell’Unione europea, sta studiando strategie per importare più gas da Paesi che non siano la Russia. In ballo c’è anche l’accelerazione su forme di energia più ecologiche. Eppure il Cremlino non crede che l’Europa possa svincolarsi dagli accordi con Mosca ancora a lungo. Ecco quindi le cifre calcolate dal vice primo ministro Alexander Novak.
Gas, quando l’Europa rinuncerà alla Russia? I calcoli
Mario Draghi ha già detto in conferenza stampa che, tra le prime soluzioni che l’Italia può adottare, spicca l’abbassamento di due gradi di riscaldamento e condizionatori. Intanto già a febbraio l’Algeria è diventato il primo fornitore di gas del nostro Paese. Attualmente la Russia è al secondo posto, davanti all’Azerbaigian. Ma secondo Mosca questo non basterà.
Alexander Novak ha infatti scritto un articolo per la rivista ‘Energy Policy’ in cui ha previsto che l’Unione europea non riuscirà a rinunciare completamente al petrolio e al gas della Russia prima dei prossimi cinque-dieci anni. “Il Parlamento europeo ha prodotto una risoluzione che vieta l’importazione di importanti risorse energetiche del nostro Paese. Ma la decisione deve essere accompagnata da un piano d’azione volto a garantire la sicurezza degli approvvigionamenti energetici all’Europa“, vi si legge.
Ebbene, secondo Novak questo piano d’azione non esiste. In tal senso il suo articolo parla chiaro: “I principali attori del settore condividono la stessa opinione. Per l’Europa difficilmente sarà praticabile un piano di completa sostituzione del petrolio e del gas dalla Russia. Quantomeno non prima dei prossimi 5 o 10 anni“. Le sue esternazioni arrivano a qualche giorno da quelle di Dmitrij Medvedev, che accusò l’Europa di essersi dimenticata dell’ambiente a causa della guerra. Intanto dall’Unione manca una decisione univoca, con i vari Stati che hanno visioni anche molto diverse sulla vicenda.
Non bisogna dimenticarsi dei numeri sulle importazioni di fonti energetiche che la Russia vanta con l’Europa. Si parla del 30% di forniture di petrolio, e addirittura del 40% di gas. Sono numeri che circolano da settimane, e che lo stesso Novak ha citato. L’Europa si è già mossa concretamente per superare tale dipendenza, e punta a completarla quanto prima. Contravvenendo anche alle previsioni del Cremlino.