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Decolla nel 2021 l’export dei formaggi italiani, con un aumento del 12% nel primo semestre. Gli acquisti domestici, invece, a causa delle progressive riaperture, stanno tornando ai livelli pre-Covid. Questo bilancio è emerso dall’assemblea annuale di Assolatte, l’associazione a cui aderiscono 250 imprese che rappresentano il 90% del fatturato del settore lattiero-caseario italiano. Grazie all’azzeramento dei dazi trumpiani e delle minori restrizioni anti-covid, i formaggi italiani hanno ripreso la loro corsa all’estero, con risultati positivi per tutte le categorie di prodotti. Ottime in particolare le performance registrate da Francia, Belgio e Paesi Bassi, mentre al di fuori degli scambi con l’Unione europea si consolida la ripresa negli Stati Uniti, con un incoraggiante +27,3%.
“Il settore lattiero caseario ha tenuto”
“È stato, come per tutti gli altri settori, un anno molto complesso“, ha dichiarato Paolo Zanetti, il presidente di Assolatte. “Abbiamo vissuto degli eventi eccezionali, che racconteremo ai nostri nipoti. Però il settore lattiero caseario si è comportato in modo molto responsabile. Ci tengo a dire che non abbiamo versato neanche una goccia di latte. Abbiamo ritirato tutto quello prodotto, nonostante le enormi difficoltà. Il settore, nonostante tutto, ha tenuto“, ha aggiunto.
Aumenta la produzione dei formaggi
Continua la sua marcia anche la produzione di latte: il tasso di crescita delle consegne (+3,2%) è di gran lunga superiore a quello medio europeo ed il più alto tra i grandi produttori. Aumento importante anche per la produzione casearia (+6%), con la mozzarella e alcuni formaggi DOP che continuano a fare da traino. “Noi come Assolatte viaggiamo sempre su un doppio binario: da un lato incentiviamo i consumi interni e dall’altro guardiamo all’export“, ha aggiunto Zanetti. Tra le sfide del settore ci sono anche la lotta alle fake news e il deciso no al sistema di etichettatura Nutri-score.