Anche la Banca Centrale Europea potrebbe avere presto la propria banconota elettronica. Si tratta dell’euro digitale, moneta virtuale in fase di studio dal 2021 e sulla quale la Commissione Europea presenterà oggi una proposta di legge.
Il progetto della BCE è quello di affiancare presto gli euro cartacei con dei corrispettivi digitali, dando così la possibilità a chiunque di effettuare pagamenti online e offline in maniera del tutto virtuale e senza dover ricorrere allo scambio di denaro fisico.
Un sistema che ricalca quello già in essere in diversi Paesi del Mondo e che garantirà maggiore sicurezza e privacy in fase di pagamento.
Cos’è l’euro digitale e come influirà sui pagamenti
Come spiegato sul sito ufficiale della Banca Centrale Europea, l’euro digitale è una valuta elettronica equivalente del contante. Il suo scopo è quello di affiancare banconote e monete fisiche, ampliando così la scelta su come pagare.
Un euro digitale offrirebbe, infatti, a chiunque nell’area dell’euro un mezzo di pagamento elettronico sicuro e facile da usare. Esattamente ciò che avviene già per il contante.
A emetterlo sarebbe direttamente la Banca Centrale Europea, motivo per cui l’euro digitale si differenzierebbe da una moneta privata, sebbene verrebbe mantenuta anche in questo caso la possibilità di utilizzare i propri soldi virtuali attraverso una carta o una app per dispositivi mobili.
L’idea della BCE è quella di creare una valuta digitale che possa rispondere alla crescente domanda di pagamenti elettronici sicuri e affidabili, garantendo allo stesso tempo la giusta stabilità per il sistema monetario. Secondo la BCE, l’euro digitale rafforzerebbe, infatti, la sovranità monetaria dell’area dell’euro, oltre che la concorrenza e l’efficienza del settore dei pagamenti europeo.
Tutto ciò nel massimo rispetto della privacy.
In fase di studio dall’ottobre del 2021 e con l’obiettivo di entrare definitivamente in circolo entro il 2027/2028, l’euro digitale punta molto sul concetto di privacy e protezione dei dati di chi utilizzerà la nuova valuta elettronica.
Un punto trattato oggi sul Corriere della Sera in un articolo a firma di Fabio Panetta (nuovo Governatore della Banca d’Italia scelto dal Governo Meloni) e Valdis Dombrovskis (Vicepresidente Commissione UE) e nel quale i due sottolineano come la tutela della privacy sarà un tratto distintivo dell’euro digitale.
La BCE, infatti, non avrà accesso ai dati personali degli utenti e nemmeno alle loro scelte di pagamento. La possibilità di pagare anche offline (oggi la maggior parte dei pagamenti si esegue online, ndr) garantirà poi un grado di protezione dei dati ancora maggiore e superiore a quello di qualsiasi altro metodo di pagamento digitale oggigiorno disponibile.
Tutto ciò stimolerà la concorrenza in Europa, spingendo verosimilmente gli altri competitor a ridurre i costi a carico dei consumatori e permettendogli così di usufruire di servizi a pagamento a prezzi minori.
L’euro digitale contribuirà così a proteggere gli interessi strategici europei, in una società globale in cui l’euro risulta ancora oggi la seconda valuta più importante al Mondo, alle sole spalle del dollaro americano.
Grazie all’introduzione dell’euro digitale, la BCE potrà fronteggiare inoltre la concorrenza delle criptovalute, ormai sempre più in voga.
Nel Mondo i pagamenti in forma digitale sono preferiti a quelli in forma cartacea da moltissime persone e in futuro la strada continuerà a svilupparsi in questa esatta direzione.
Per questo, la BCE sente la necessità di restare al passo coi tempi e di fornire al più presto a tutti i consumatori nell’eurozona una moneta digitale, utilizzabile ovunque, in qualsiasi momento e gratuitamente.
L’indagine sulle caratteristiche tecniche e sulle modalità di distribuzione dell’euro digitale attualmente in corso presso la BCE terminerà il prossimo autunno, dopodiché la Banca Centrale Europea sarà chiamata a decidere se avviare una fase di preparazione, sviluppo e sperimentazione della nuova moneta.
Alla fine di questo iter, qualora i risultati dovessero essere confortanti, la BCE potrà iniziare a emettere ufficialmente l’euro digitale, andando così a colmare un gap con i Paesi che già dispongono di una CBDC (Central Bank Digital Currency, ovvero una valuta digitale emessa da una banca centrale).
Quali sono? Stati come le Bahamas, la Cambogia, Antigua e Barbuda, Grenada, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Nigeria, Dominica, Montserrat, Anguilla, Giamaica, Ghana, Svezia, Iran, Kazakhistan, Russia, Corea del Sud, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Singapore, Sudafrica, India, Cina, Giappone, Hong Kong, Thailandia, Australia, Francia, Brasile, Uruguay, Filippine, Turchia, Norvegia, Venezuela, Bahrein e Bhutan.
Tutti Paesi in cui la valuta digitale è già utilizzata in maniera permanente o è in fase di sperimentazione, come negli Stati Uniti d’America.