Sempre più poveri. Il presidente Eurispes, Gian Maria Fara, riporta che “secondo i dati di banca d’Italia già nei primi mesi di emergenza sanitaria la metà delle famiglie italiane abbia subìto una riduzione nel reddito famigliare di circa il 15%”. La situazione è particolarmente allarmante tra i lavoratori indipendenti. “Quasi l’80% ha subìto un calo nel reddito e per il 36% la caduta è di oltre la metà del reddito familiare. Mentre l’Istat segnala per il 2020 la perdita di 440.000 posti di lavoro”.
Ma nella prospettiva di Fara anche prima la situazione era tutt’altro che rosea. “Le statistiche ufficiali parlano di 4,6 milioni di poveri assoluti nell’Italia pre-Covid, un numero certamente inferiore alla realtà. Di appartenenti ad un ceto medio che arranca, anche se difficilmente identificabili (per discrezione, pudore, vergogna, dignità sociale). Già prima della pandemia il nostro Paese soffriva le conseguenze del ristagno dell’economia e dell’inasprimento delle disuguaglianze sociali. L’Italia risulta ai primi posti in Europa per livelli di disuguaglianza di reddito, e si segnala per la bassissima mobilità sociale”, conclude Fara.
Le lavoratrici sono le più colpite dai contagi professionali da Covid-19. Su 147.875 denunce pervenute all’Inail, alla data del 31 gennaio del 2021, infatti, ben 102.942 provengono da donne che hanno subìto una qualche forma di contagio professionale, ossia circa 70 contagi professionali ogni 100, in termini relativi. Il dato è in controtendenza con quanto si osserva per il complesso degli infortuni” sul lavoro, che colpiscono in prevalenza gli uomini (i casi femminili sono circa il 36%). Emerge dal Rapporto Italia 2021 dell’Eurispes presentato oggi.
Diversa la situazione tra le vittime sul lavoro. Dei 461 decessi registrati al 31 gennaio 2021, 79 sono femminili ossia, in termini relativi, il 17,1% dei casi. Il dato degli infortuni mortali sul lavoro nel complesso rispecchia la prevalenza di vittime tra gli uomini rispetto alle donne (sotto il 10% la quota femminile). Tra le contagiate, il 43,6% ha oltre 49 anni, il 38,1% ha tra i 35 e i 49 anni e il 18,3% ha meno di 35 anni. L’età media è di 46 anni e quella mediana di 48 anni, ma col trascorrere dei mesi si sta tendenzialmente registrando un abbassamento dell’età media al contagio. L’età media al decesso è invece più elevata e pari a 56 anni per le donne, con nessuna deceduta nella classe di età più giovane delle under 35, mentre il 19% delle vittime ha tra i 35 e i 49 anni e l’81% ha dai 50 anni in su.
Otto italiani su dieci (79,5%) avvertono un peggioramento dell’economia nazionale negli ultimi dodici mesi. Non sorprende apprendere che la maggior parte di essi ravvisi un netto peggioramento della situazione (54,4%) e uno su quattro (25,1%) affermi che è un po’ peggiorata. L’11,6% dei rispondenti ritiene che la situazione sia rimasta stabile, mentre solo il 2,9% risponde di aver avvertito un leggero miglioramento e ancor meno un netto miglioramento (0,9%); il 5,1% non sa o non ha dato alcuna risposta. Emerge dal Rapporto Italia 2021 dell’Eurispes presentato oggi.
Negli ultimi sei anni infatti era sempre prevalsa l’idea di una sostanziale stabilità nell’andamento della situazione economica del Paese e le opinioni sul peggioramento coinvolgevano meno della metà degli intervistati ad eccezione del 2017. Ma ancora più impietoso è il confronto tra le risposte di quanti avvertivano un miglioramento che dal 2016 in poi non sono mai scese sotto il 12%, con dei picchi nel 2016 (17,3%) e nel 2018 (16,6%). Mentre quest’anno si fermano al 3,8%.
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